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Report & analisi

Confcommercio professioni, Anna Rita Fioroni: “La carica dei 450 mila senza Ordine e Albo. Le professioni del futuro”

Maria Vincenza D'Egidio
21 Settembre 2024
Confcommercio professioni, Anna Rita Fioroni: “La carica dei 450 mila senza Ordine e Albo. Le professioni del futuro”
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Sono tanti i liberi professionisti senza obbligo specifico di appartenenza ad un ordine o albo professionale, da tempo in attesa di maggiori tutele

Dagli influencer agli amministratori di condominio, dai designer ai consulenti passando per le guide turistiche: secondo un’indagine di  Confcommercio Professioni , il 56% lavora con la pubblica amministrazione ea larga maggioranza ritiene utile l’equo compenso. Dall’Ufficio Studi della Confederazione emerge anche che i professionisti lavorano con più committenti, il 35% ne ha più di dieci.

Negli studi di  Business24  di Roma il presidente di  Confcommercio Professioni ha dialogato con il nostro direttore editoriale Matteo Vallero di questi e molti altri temi riguardanti i professionisti senza Ordine e Albo.

Presidente quanti sono ad oggi in Italia i professionisti autonomi che contribuiscono nel nostro Paese e qual è il contributo reale che danno alla crescita economica del Paese?

« Confcommercio rappresenta i professionisti che non sono iscritti ad Ordini e non hanno casse di riferimento, hanno partite IVA e quindi sono autonomi a tutti gli effetti. Grazie ai dati del nostro Ufficio Studi, questi professionisti al 2020 erano 450 mila e sono in continuo aumento, di circa il 96%. È un fenomeno occupazionale rilevante e non vanno trattati come lavoratori di serie B. Possiedono delle qualifiche e professionalità di cui ha bisogno il Paese per la crescita. Operano per la quasi totalità nei servizi di mercato 98,8% e il reddito complessivo tra 2008 e 2020 6,3 mld di euro. Dati post covid in crescita del 3,6% dal 2019 al 2020: settore che ci dà risposte importanti ».

Qual è il profilo di questi lavoratori a partita Iva? In che aree professionali sono? Ho letto che molti operano nella Pubblica Amministrazione…

« Un’indagine dello scorso anno tra i professionisti stessi ci dice che il 53,5% sono uomini 46,5% donne e il 19,4 si colloca nell’età tra i 35 ei 44 anni e il 35,3% tra i 45 e 54 anni. Le donne hanno una presenza importante e l’età prevalente è lontana dalla pensione. Parliamo di adulti ma non giovanissimi. Il 38% è nell’attività tecnico-scientifica, cioè sono professionisti gestionali, formazioni, grafici del web e professionisti della comunicazione visiva, specialisti nel designer in diversi ambiti, come nelle aree socio-sanitarie economico-legali. Rappresentiamo anche le guide turistiche, amministratori di condominio, interpreti e traduttori. Un mondo variegato in settori diversificati, professioni diverse non regolamentate. Siamo una forma aggregativa che riunione associazioni di rappresentanza delle diverse professioni ai sensi della Legge 4 del 2013 ».

 

L’intervista completa a Anna Rita Fioroni (Presidente Confcommercio Professioni) è andata in onda sul canale 410 del digitale terrestre

Senta, domanda da un milione di dollari: oggi lavorare in autonomia ha dei vantaggi importanti, dà delle garanzie o rappresenta sempre un’alternativa di serie B al famoso posto fisso?

« Chi fa questa scelta, lo fa in autonomia e in libertà e sono la maggior parte, devono essere quindi tutelati, sono professionisti che danno risposte importanti sul mercato del lavoro, che le imprese cercano perché hanno molto spesso competenze molto specifiche. La loro libertà sta anche nello scegliere il comitato per cui si lavora, in base anche alle maggiori opportunità di sviluppare le proprie competenze. Ci deve essere libera scelta anche di individuare il regime giuridico con cui vogliono lavorare e se si decide di essere indipendenti devono essere anche supportati. Quello che facciamo noi come confederazione è una sintesi di carattere trasversale tra tutti i professionisti per i temi legati alla competitività e incentivi a misura di professionista, che servono per far crescere questo settore che, come accennato prima, produce Pil per il Paese. Al momento l’unica cosa che è stata fatta è il voucher connettività, per il resto questo tipo di professioni non viene considerato. Ci sono da parte delle nostre varie proposte per le Istituzioni che provano a fare da sintesi per questo mondo. La forza di Confcommercio professioni sta nell’aggregare le associazioni che si danno un codice di condotta e regolamenti per far comprendere alla committenza compresa la Pubblica Amministrazione, quali sono le competenze degli associati . Per il networking c’è il territorio, per ogni Confcommercio provinciale si costituisce una Confcommercio professioni. Imprese e professionisti fanno networking con il matching domanda offerta che vogliamo risolvere soprattutto al nostro interno tra imprese e professionisti ».

Molti di questi professionisti ritengono utile l’equo compenso. A che punto siamo?

« Siamo a buon punto, abbiamo fatto dei passi in avanti c’è una legge dell’aprile 2023 L. n.49 è un principio che vale anche per le professioni associative, che noi rappresentiamo. Il tema è che si devono individuare i parametri per queste professioni. L’origine arriva dalle professioni ordinistiche e in particolare per gli avvocati, poi si è capitale l’esigenza di estenderlo a tutte. Ci deve essere un decreto del Mimit che definisce i parametri di riferimento che costituiscono una sorta di minimo sotto il quale non si può andare. E soprattutto serve nei confronti della PA e delle imprese con più di 10 mln di fatturato o più di 50 dipendenti. Il 56% dei professionisti che rappresentiamo lavora con questi committenti. Chiediamo infatti anche di segnalarci situazioni di mancata osservazione dell’equo compenso anche se a noi mancano i parametri e li aspettiamo dal ministero. Capiamo che non è semplice per la moltitudine di professioni rappresentate ».

Per chiudere, cosa chiedete al Governo per migliorare lo status di queste categorie?

« Direi di pensare alle professioni in ogni declinazione, il disegno di legge su Intelligenza artificiale, parla di formazione ma non per le professioni non organizzate in ordini. Ogni volta che si pensa a misure per le imprese non ci si può dimenticare ai professionisti autonomi e non rappresentati da Ordini. Tra l’altro sono tutte professioni che rappresentano il lavoro del futuro ».

C’è un esercito di circa 455 mila liberi professionisti senza obbligo specifico di appartenenza ad un ordine o albo professionale, da tempo in attesa di maggiori tutele, come emerso dall’incontro con Anna Rita Fioroni. Questi rappresentano il segmento di gran lunga più dinamico dell’occupazione, cresciuto, come afferma il presidente di Confcommercio Professioni , del 96% dal 2008 al 2020. Per rappresentare questo universo multiforme servono regole e garanzie ad hoc.

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