La fine del Cdm programmato per le 20 ha visto la conferma del taglio del cuneo per i redditi fino a 35.000 euro (con ampliamento fino a 60mila euro) e la rimodulazione dell’Irpef a tre aliquote. Misure che valgono fino a 15 miliardi.
Tra le decisioni prese anche un contributo, orientativamente tra i 3 e i 4 miliardi, da parte delle banche. Da stabilire le modalità dal momento che il colloquio con i rappresentanti del settore è ancora in essere.
Previsti due interventi distinti, entrambi con carattere una tantum: sugli incrementi patrimoniali e sull’anticipo di liquidità con le cosiddette Dta, crediti fiscali che vengono differiti. Da verificare anche se questi interventi verranno chiesti anche ad imprese di settori come quello energetico ed assicurativo. Esclusi tagli al settore sanitario. Previsto anche un aumento delle pensioni minime e fondo di 3 miliardi alla Sanità. Conferma anche per la proroga del bonus ristrutturazioni al 50% come annunciato nei giorni scorsi, ma solo per la prima casa. Per le altre dal 2025 l’agevolazione sarà del 36%.
Sulle pensioni “sono confermate le misure dello scorso anno e potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l’età della pensione ma restano a lavoro”.
Per il lavoro al Sud arrivano incentivi arrivano incentivi per occupazione di giovani e lavoratrici anche per i rapporti di lavoro attivati nel 2026-2027. Decontribuzione per le imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori nevralgici come nuove tecnologie e transizione digitale ed ecologica.
Spending review per i ministeri con il taglio delle spese per il 5%. Le risorse sul tavolo saranno di circa 25 miliardi. Oltre alla revisione dell’Irpef e al taglio del cuneo fiscale, entrambi strutturali e non più una tantum, saranno strutturali anche le misure per la natalità.
Sul tavolo c’è anche l’informativa sul Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles entro la mezzanotte.