L’oro, bene rifugio per eccellenza, è stato protagonista di una serie di rialzi che hanno portato le quotazioni ad infrangere diverse volte il massimo storico record e previsioni che parlano di un livello oltre i 2.800 dollari l’oncia. Ma quanto tempo durerà, se durerà, questa corsa? E come poterne approfittare? Da fare la fotografia della situazione è Alessandro Bergonzi, Financial Markets Content Specialist di Investing.com
L’oro ha recentemente toccato nuovi massimi, gli ultimi di una lunga scia di rialzi. È possibile ricostruire il percorso e le ragioni che hanno portato il metallo giallo a queste valutazioni?
«Nell’ultimo anno il metallo giallo ha visto il suo valore crescere di circa il 38% e sono molti i fattori che stanno alimentando questo rally. Innanzitutto, ci sono gli acquisti massicci da parte delle banche centrali, Cina su tutti. Pechino e altre capitali asiatiche stanno investendo sui lingotti nel tentativo di dedollarizzare la propria economia, preoccupate dai possibili risvolti delle elezioni americane. Aumentano poi i timori di una possibile correzione dei mercati, in un periodo in cui i principali indici di Wall Street continuano ad aggiornare i massimi storici. In tutto questo, cresce anche l’incertezza a livello geopolitico per le guerre in Medio Oriente e in Ucraina».
Di fronte a un rally simile e considerando che l’oro è pur sempre un bene rifugio che comporta una percentuale variabile in un portafoglio investimenti, come si comportano gli investitori?
«Gli investitori tendono a diversificare il loro portafoglio includendo una percentuale variabile di oro, che solitamente cresce in periodi di incertezza economica, in modo da offrire protezione contro eventuali cali del mercato azionario. Ma l’oro è anche favorito in un contesto di abbassamento dei tassi d’interesse, in quanto i rendimenti obbligazionari diventano meno attraenti. Ci sono anche etf spot che replicano il prezzo dell’oro, oppure si può investire nei titoli auriferi, ovvero le azioni di quelle società il cui andamento è legato al metallo prezioso. In quest’ultimo caso, però, trattandosi appunto di azioni, si è esposti alla maggiore volatilità che caratterizza il mercato azionario».
I rialzi dell’oro sono ciclici, dettati da periodicità ed eventi prevedibili come le politiche monetarie, oppure si tratta di eventi dettati da cause esterne?
«I rialzi dell’oro possono essere ciclici, correlati a politiche monetarie e livelli di inflazione. Tuttavia, eventi imprevedibili e cause esterne come crisi geopolitiche, pandemie o cambiamenti improvvisi nelle politiche economiche possono influenzare anche significativamente il prezzo dell’oro. Pertanto, l’oro risponde sia a tendenze prevedibili che a fattori inaspettati».
Quali sono le prospettive per l’andamento dell’oro in vista anche delle decisioni delle banche centrali sui tassi di interesse?
«In questo momento i presupposti per ulteriori rialzi del metallo giallo sembrano esserci tutti visto che le principali banche centrali stanno allentando la stretta monetaria, mentre aumentano le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica. Tuttavia, l’andamento dell’oro è influenzato da molti fattori contemporaneamente che non possono essere previsti. È bene ricordare che non esistono investimenti sicuri e ogni tipo di asset deve essere valutato da più punti di vista, in base alle proprie esigenze e disponibilità, con l’aiuto di un esperto».
Infatti, conclude Bergonzi, anche se quel +38% nel giro di un anno può far brillare gli occhi, non bisogna dimenticare che i rendimenti del passato non rappresentano in alcun modo garanzia dell’andamento futuro.