Il settore industriale e, più in generale, quello delle materie prime, sta vivendo una serie di grandi cambiamenti. Una vera e propria rivoluzione copernicana che, partita dal settore energetico, ha coinvolto pian piano tutti gli altri. Un cambiamento che ha attirato anche l’attenzione degli investitori. Quali prospettive per il mercato? E quali per i consumatori? A rispondere è Carlo Vallotto, esperto di materie prime e metalli preziosi.
Le materie prime stanno ritrovando un nuovo appeal tra gli investitori anche grazie, ma non solo, alla rivoluzione energetica in atto in vari settori. Ma allargando la visione all’intero settore produttivo, quali sono i motivi alla base di questa seconda giovinezza?
«L’interesse rinnovato degli investitori per le materie prime è un fenomeno complesso e multifattoriale, che va ben oltre la sola rivoluzione energetica. Questa “seconda giovinezza”, è determinata in particolar modo dalla transizione energetica e dalle nuove tecnologie. Infatti la crescente domanda di materiali per pannelli solari, turbine eoliche e batterie al litio sta alimentando la richiesta di metalli come il rame, il cobalto e il litio. Non possiamo dimenticare che la diffusione dei veicoli elettrici richiede grandi quantità di metalli come il nichel, il manganese e il grafene. E dal punto di vista dell’investimento, tassi di interesse bassi e diversificazione di portafoglio, aumentano l’appeal per questo settore».
Nell’elenco delle materie prime poco conosciute ma che stanno occupando le prime pagine delle cronache finanziarie, c’è il litio. Qual è il ruolo nel ciclo economico e perché sta attirando l’attenzione degli operatori?
«Il litio, un tempo considerato un metallo piuttosto di nicchia, è diventato uno dei protagonisti indiscussi della scena economica globale. La sua ascesa è strettamente legata alla rivoluzione energetica e alla crescente domanda di tecnologie pulite. Questo elemento infatti svolge un ruolo cruciale in diversi settori industriali, ma è soprattutto nel settore delle batterie ricaricabili che ha trovato la sua principale applicazione. Le batterie al litio, infatti, sono alla base di numerosi dispositivi elettronici, dai telefoni cellulari ai computer portatili, fino ai veicoli elettrici. Ed in modo particolare la diffusione dei veicoli elettrici, spinta dalle politiche ambientali e dalla crescente consapevolezza dei consumatori, ha fatto schizzare la domanda di litio. Le batterie per auto elettriche richiedono quantità significative di questo metallo».
Terre rare, materie prime critiche, commodities. È possibile fare chiarezza fra le varie classificazioni?
«Queste diverse classificazioni di materie prime, che spesso vengono utilizzate come sinonimi, in realtà presentano alcune differenze. Una commodities è qualsiasi bene primario, prodotto in larga scala, che viene scambiato su mercati organizzati. Presentano caratteristiche standard come ad esempio un barile di petrolio, un’oncia di oro oppure uno staio di grano. Le Materie prime critiche, hanno alcune caratteristiche tipiche e la loro criticità è determinata da una combinazione di fattori, tra cui l’importanza strategica per l’economia, la concentrazione geografica della produzione, la complessità delle catene di approvvigionamento e il rischio di interruzioni. Terre rare invece sono un gruppo di 17 elementi chimici metallici con proprietà magnetiche, luminescenti e catalitiche uniche. Non sono rare in senso assoluto, ma sono disperse in natura e richiedono processi di estrazione e raffinazione complessi e costosi».
Rio Tinto acquisterà Arcadium Lithium per 6,7 miliardi di dollari. Quali potrebbero essere le conseguenze sull’economia e la finanza mondiale?
«Questa operazione potrebbe premere l’acceleratore sulla transizione energetica, poichè sottolinea l’importanza crescente del litio nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Con questa acquisizione, Rio Tinto si posiziona come uno dei maggiori produttori di litio a livello mondiale. Questo potrebbe portare a una maggiore concentrazione del mercato e potenzialmente a una riduzione della concorrenza».
Tradizionalmente è sempre stato il rame a misurare lo stato di salute di un’economia. In futuro, con i cambiamenti in atto, sarà sempre il “dottor Copper” l’ago della bilancia? Quali alti protagonisti si potrebbero affacciare sulla scena?
«Mentre il rame rimane cruciale per molte applicazioni nell’energia rinnovabile (pannelli solari, turbine eoliche), la crescente domanda di batterie per veicoli elettrici sta spostando l’attenzione su altri metalli come litio, cobalto e nichel che potrebbero affiancare il rame nella misurazione dello salute del ciclo economico. Quindi è probabile che il futuro veda un panorama più diversificato e complesso, con una maggiore importanza attribuita a una vasta gamma di materie prime. La scelta del nuovo “ago della bilancia” dipenderà dall’evoluzione delle tecnologie, dalle politiche industriali e dalle dinamiche geopolitiche».