Il Presidente eletto Donald Trump torna a tuonare per difendere quelli che, a suo dire, sono gli interessi degli Stati Uniti. Questa volta il tycoon ha preso di mira il Canale di Panama gestito dalle autorità panamensi ma costruito a suo tempo da Washington.
All’inizio del secolo scorso gli USA aiutarono Panama ad ottenere l’indipendenza dalla Colombia. Contemporaneamente, nel 1904, avviarono la costruzione del Canale inaugurato 10 anni dopo, nel 1914. Un’arteria che resta vitale anche dopo oltre un secolo. La conferma arriva dai numeri: risultano oltre 10mila le imbarcazioni che hanno attraversato la striscia tra le due Americhe, portando oltre 423 milioni di tonnellate di merce. Di fatto è Panama ad avere il controllo e la proprietà del Canale dal 1999 ma al primo posto tra i clienti ci sono gli USA seguiti a ruota dalle navi cinesi. E sono proprio le possibili influenze cinesi ad aver dato il pretesto a Trump per rivendicare tariffe agevolate per gli USA oppure il ritorno a Washington del controllo del Canale. Infatti nelle vicinanze della zona d’entrata delle navi c’è una filiale della CK Hutchison Holdings, con sede a Hong Kong che gestisce due porti.
Ma le rivendicazioni di Trump nascono anche da vicende che lo riguardano da vicino. La Trump Organization da tempo è coinvolta in una battaglia legale che la vede accusata di evasione fiscale nei confronti di Panama. Tutto nacque oltre 5 anni fa quando i proprietari di un hotel di Panama accusarono la Trump Panama Hotel Management e la Trump International Hotels Management, di non aver pagato alcune pendenze fiscali e di non aver correttamente dichiarato il numero dei dipendenti della struttura. Dalle indagini scaturirono altre irregolarità che portarono ad un prolungamento del contenzioso il quale, attualmente, è ancora aperto.
Quello del Canale di Panama è stato un progetto travagliato sin dagli albori ma che ha rivoluzionato il mondo dei trasporti permettendo alle navi che solcavano l’oceano di percorrere 81 chilometri per passare dall’oceano Atlantico al Pacifico ed evitare gli oltre 13mila chilometri di viaggio necessari per circumnavigare l’America meridionale, Oggi, dopo 110 anni, il presidente eletto Donald Trump ha minacciato di riprendere il controllo del Canale perché le tariffe imposte a Washington sarebbero troppo alte ed altri aumenti sono previsti per l’inizio del prossimo anno. Non si è fatta attendere la risposta del suo collega, il presidente JosèRaul Mulino “Ogni metro quadrato del Canale di Panama – ha dichiarato – e le zone adiacenti sono parte di Panama e continueranno a esserlo”.
In realtà i prezzi hanno registrato un aumento a causa di vari fattori alcuni estranei alla volontà delle due nazioni. Il primo riguarderebbe il riscaldamento globale che, abbassando il livello delle acque, ha portato ad un rallentamento delle operazioni di attraversamento e, quindi, ad un aumento dei tempi di attesa. Il novembre dello scorso anno è stato il mese più arido dal 1959. Questo perché il sistema di attraversamento si basa su una serie di chiuse e richiede circa 200 milioni di litri di acqua dolce.
Tutto questo ha portato con sé un aumento dei costi e la creazione di una tariffa extra che assicura una sorta di “diritto di precedenza” Parallelamente, anche in virtù degli aumenti dei costi, sono diminuite anche le navi che giornalmente attraversano lo stretto: dalle 36 degli anni scorsi, si è passati alle 22 di fine 2023. Nel Canale di Panama passa ancora l’equivalente del 6% del commercio marittimo mondiale.
I primi progetti su un possibile collegamento tra le due sponde dell’oceano si hanno già da parte dei primi colonizzatori spagnoli intorno al 1530 e prevedevano il taglio dell’istmo come sarebbe stato fatto, successivamente, ad opera degli statunitensi poco meno di 400 anni dopo. I primi lavori, però, furono fatti dai francesi nel 1878 anche se durarono poco dal momento che le ditte coinvolte presentarono presto istanza di fallimento nel 1899. In seguito all’indipendenza di Panama, peraltro sostenuta dagli USA, nel 1903 fu firmato un trattato che concedeva agli Stati Uniti i diritti di lavorare ed amministrare il Canale a tempo indeterminato a fronte di un pagamento di 10 milioni di dollari e una rendita di 250.000 dollari per i diritti. Panama, però, entrerà in possesso dello stretto solo nel 1977 grazie ad un trattato tra le parti firmato dall’allora presidente USA Jimmy Carter e dal leader militare panamense Omar Torrijos che sanciva, tra l’altro, la neutralità del Canale.