Oggi è la data cerchiata in rosso per TikTok: di fronte all’incombente divieto negli Stati Uniti, il suo destino è nelle mani della Corte Suprema che oggi si troverà a discutere tra i diritti di libertà di parola e le preoccupazioni di sicurezza nazionale sull’app.
TikTok e ByteDance, così come alcuni utenti che pubblicano contenuti sull’applicazione, hanno contestato una legge che obbligherebbe a vendere la piattaforma di social media entro il 19 gennaio o a vietarla negli Stati Uniti. La legge è stata approvata dal Congresso con un forte sostegno bipartisan l’anno scorso e firmata dal Presidente democratico uscente Joe Biden.
La Corte Suprema è pronta a soppesare preoccupazioni contrastanti – sui diritti di libertà di parola e sulle implicazioni per la sicurezza nazionale di una piattaforma di social media con proprietari stranieri che raccoglie dati da una base di utenti nazionali di 170 milioni di americani, circa la metà della popolazione degli Stati Uniti.
Il 27 dicembre Trump ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere la scadenza del 19 gennaio per il disinvestimento, per dare all’amministrazione entrante “l’opportunità di perseguire una risoluzione politica delle questioni in discussione nel caso“. Il Dipartimento di Giustizia ha esortato la Corte a respingere la richiesta.
Non è chiaro quanto tempo impiegherà la Corte a emettere una sentenza ed è anche difficile che salvi TikTok , ma un possibile rinvio dell’entrata in vigore della legge permetterebbe al social network di guadagnare tempo, in attesa che Donald Trump assuma l’incarico di presidente degli Stati Uniti.