Sale ancora il numero delle vittime dell’inferno di fuoco in California, a Los Angeles che brucia ancora. I venti continuano a spingere le fiamme, allerta per nuova “esplosione del fuoco” oggi.
Danni per 250 miliardi di dollari. La polvere anti fiamme tinge di fucsia la metropoli, è l’effetto della sostanza che i canadair dei vigili del fuoco stanno spargendo per ritardare il propagarsi dei roghi.
Crescono la rabbia e le polemiche fra i residenti per la gestione dei roghi. Secondo i media americani, le grandi compagnie assicurative si preparano a perdere 20 miliardi di dollari.
Il numero delle vittime sale a 25 e 26 ancora i dispersi. Le fiamme, iniziate martedì scorso hanno raso al suolo 15.000 ettari, sono almeno 12.000 gli edifici danneggiati e oltre 153.000 cittadini hanno ricevuto l’ordine di evacuazione.
Finita la tregua dei venti di Santa Ana: un nuovo fronte di raffiche da 80 km l’ora è tornato a soffiare su parte delle contee di Los Angeles e Ventura. Un altro fronte di venti ancora più violento si è riattivato.
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Intanto crescono la rabbia e le polemiche fra i residenti per la gestione dei roghi, che hanno distrutto oltre 10mila edifici, causando danni per 250 miliardi. I divi si mobilitano. Sharon Stone e Halle Berry donano abiti, Angelina Jolie accoglie in casa amici sfollati.
Messico e Canada mandano aiuti. Il governatore Newsom ha ordinato un’indagine sulla carenza di acqua e invitato Trump, che lo ha accusato di cattiva gestione.
Secondo i media americani, le grandi compagnie assicurative si preparano a perdere 20 miliardi di dollari per gli incendi di Los Angeles.
Intanto, “i venti si stanno rafforzando a Los Angeles, la situazione è ancora molto pericolosa”. Lo ha detto Deanne Criswell, direttrice della Fema, la protezione civile americana, in un’intervista alla Cnn.
La politica: provvedimenti e polemiche
Il governatore dem della California, Gavin Newsom, ha annunciato che invierà altri 1.000 membri della Guardia Nazionale a Los Angeles per combattere gli incendi. Con quest’ultimo dispiegamento, il numero totale dei mobilitati nella contea di Los Angeles è di circa 2.500.
Newsom, ha firmato anche un ordine esecutivo per sospendere diverse leggi ambientali fondamentali al fine di facilitare la ricostruzione nelle aree devastate dagli incendi.
«Una volta domati gli incendi, coloro che hanno perso le loro case e le loro attività devono essere in grado di ricostruire rapidamente e senza ostacoli. L’ordine esecutivo che ho firmato oggi contribuirà a ridurre i ritardi legati alle autorizzazioni, un primo passo importante per consentire alle nostre comunità di riprendersi più velocemente e con maggiore forza», ha annunciato il democratico.
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Il governatore ha anche assicurato che estenderà le tutele contro le truffe sui prezzi dei materiali da costruzione, dei servizi di stoccaggio, dell’edilizia e di altri beni e servizi essenziali fino al 7 gennaio 2026 in tutta la contea di Los Angeles.
Biden: “Decine di miliardi per ricostruire LA”
Il presidente degli Stati Uniti uscente Joe Biden, subito dopo gli incendi, ha convocato in questi giorni i “funzionari chiave” sull’emergenza degli incendi a Los Angeles per un briefing virtuale.
Il presidente sarà informato sugli sforzi per domare i roghi i in tutta la città su come le risorse federali che ha inviato stanno sostenendo la risposta statale e locale.
Al briefieng parteciperà anche la vice presidente Kamala Harris assieme al ministro dell’Interno Alejandro Mayorkas, la direttrice della FEMA Deanne Criswell, il capo dello staff della Casa Bianca Jeff Zients e la vice consigliera per la sicurezza interna Liz Sherwood-Randall.
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Joe Biden ha detto, inoltre, che saranno necessarie «decine di miliardi di dollari per ricostruire Los Angeles dopo i gravi danni causati dai violentissimi incendi che la stanno devastando da quasi una settimana».
«Ci vorranno decine di miliardi di dollari per riportare Los Angeles alla normalità», ha affermato, mentre la città californiana si prepara al ritorno dei forti venti che minacciano di alimentare gli incendi che hanno causato almeno 25 vittime.
Usa: Zelensky propone invio 150 pompieri ucraini in California
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha proposto di inviare negli Stati Uniti 150 pompieri per contribuire alle operazioni di spegnimento degli incendi che stanno devastando la California.
«Ho ordinato al ministro dell’Interno e ai nostri diplomatici di preparare la possibile partecipazione dei nostri soccorritori nella lotta contro gli incendi in California», ha dichiarato Zelensky nel suo discorso serale quotidiano.
«Possono aiutare gli americani a salvare vite umane – ha sottolineato Zelensky – Stiamo lavorando su questa possibilità e abbiamo offerto il nostro aiuto agli Stati Uniti attraverso i canali appropriati. Abbiamo già pronti 150 pompieri».
Incendi, Trump contro “politici incompetenti che non sanno come spegnerli”
Il presidente eletto Donald Trump interviene sul disastro degli incendi a Los Angeles puntando il dito sul social Truth contro “i politici incompetenti“.
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«Gli incendi continuano a infuriare a Los Angeles e i politici incompetenti non hanno idea di come spegnerli. Migliaia di magnifiche case sono andate perse e molte altre lo saranno presto. La morte è ovunque. È una delle peggiori catastrofi nella storia del nostro Paese. Non riescono a spegnere gli incendi. Cosa hanno che non va?», scrive il presidente eletto.
Los Angeles: le assicurazioni verso 20 miliardi di perdite
Le grandi compagnie assicurative si preparano a perdere 20 miliardi di dollari per gli incendi di Los Angeles. Lo riferiscono i media americani.
L’incendio che costerà di più sarà quello di Palisades, secondo le stime di JP Morgan, una zona benestante dove il costo medio di una casa è di circa 3 milioni di dollari e i proprietari pagano fino a 40.000 dollari all’anno per assicurare le loro proprietà.
Anche le compagnie assicurative stanno pagando il prezzo dei disastrosi incendi di Los Angeles, con perdite stimate attorno ai 20 miliardi di dollari.
La zona più colpita, e quindi la più costosa in termini di danni, è quella di Pacific Palisades, l’esclusivo quartiere esclusivo di Los Angeles dove il prezzo medio di una villa supera i 3 milioni di dollari e i proprietari ne pagano circa 40 mila all’anno di assicurazione.
Tra le ville distrutte c’è quella di Austin Russell, miliardario del settore tecnologico, dal valore di 125 milioni di dollari. Anche le abitazioni di celebrità come Paris Hilton, Mel Gibson e Anthony Hopkins sono state ridotte in cenere, con perdite per decine di milioni di dollari.
Nonostante l’entità dei danni, la situazione per le compagnie assicurative poteva essere anche peggiore. Tra il 2020 e il 2022, infatti, circa 2,8 milioni di polizze sulla casa non sono state rinnovate.
Il motivo è l’aumento vertiginoso del costo della vita a Los Angeles, che ha reso molte coperture insostenibili per i cittadini. Anche se mancano dati aggiornati sull’ultimo biennio, è probabile che il numero di abitazioni senza assicurazione sia cresciuto ulteriormente.
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Un caso emblematico è quello della compagnia assicurativa State Farm, che nel 2024 ha scelto di non rinnovare oltre 72 mila polizze, soprattutto per proprietà di alto valore nelle aree a maggiore rischio incendi.
La scelta ha scatenato il timore che altre compagnie potessero seguire l’esempio così, per arginare il problema, l’Agenzia Federale ha introdotto nuove regole che impongono alle assicurazioni di garantire copertura ad almeno l’85% delle abitazioni in zone a rischio.
Tuttavia, queste misure hanno avuto conseguenze pesanti: i premi assicurativi sono aumentati a livelli insostenibili per molti, rendendo la protezione un lusso accessibile solo ai più ricchi.
Le piccole compagnie assicurative, in particolare, stanno soffrendo maggiormente. Gli eventi catastrofici sempre più frequenti spingono i costi oltre i benefici, portando molte aziende a chiudere i battenti. E quindi, ancora una volta, a pagarne il prezzo è il ceto meno abbiente.
Los Angeles devastata dal fuoco: danni per 250 miliardi
Sono migliaia di ettari andati in fumo, decine le vittime appurate finora, oltre 180 mila persone per le quali resta in vigore l’ordine di evacuazione e altre 168mila in stato di allerta. Case ed edifici distrutti e danneggiati, in quello che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito “una scena di guerra“.
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Secondo i media statunitensi cinque dei decessi sembrano provenire dall’incendio di Palisades e sei morti da Eaton, ma come confermato dalle autorità locali, il bilancio delle vittime è destinato a peggiorare e non potrà essere fornito un numero definitivo fino a quando non sarà sicuro per gli investigatori andare nei quartieri dove ci sono linee elettriche abbattute, perdite di gas e altri pericoli.
Due dei 4 incendi ancora in corso gli incendi sono tra i 5 più distruttivi nella storia dello Stato della California, ha reso noto il Dipartimento forestale e anti-incendi della California (CalFire).
Il Dipartimento dei Vigili del fuoco della regione ha riferito che il grande incendio di Palisades ha già devastato 8.200 ettari ed è contenuto all’8%. Gli altri due incendi secondari, Eaton e Kenneth, quest’ultimo di origine dolosa, hanno consumato rispettivamente 5.647 ettari e 404 ettari e sono contenuti al 3 e al 35%.
Il governo non ha ancora rilasciato cifre sul costo dei danni subiti, né ha fornito informazioni specifiche sulla quantità di strutture bruciate.
AccuWeather, una società privata che fornisce dati sul meteo e sul suo impatto, ha dichiarato di stimare i danni e le perdite economiche della città in 150-250 miliardi di dollari.
Bruciati 160 km quadrati, 3 volte Manhattan
In meno di una settimana, quattro incendi a Los Angeles hanno bruciato più di 160 chilometri quadrati, circa tre volte la dimensione di Manhattan.
L’incendio di Eaton, vicino a Pasadena, è stato contenuto per circa un terzo, mentre l’incendio più grande a Pacific Palisades, sulla costa, è molto meno contenuto.
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Il servizio meteorologico nazionale ha avvertito che il tempo sarà “particolarmente pericoloso” oggi, quando le raffiche di vento potrebbero raggiungere i 105 km/h. Gran parte della California meridionale intorno a Los Angeles è sottoposta all’allerta per il pericolo di incendi estremi fino a domani, comprese le popolose Thousand Oaks, Northridge e Simi Valley.
Coprifuoco e lo stato d’emergenza
Lo sceriffo della contea di Los Angeles Robert Luna ha annunciato l’introduzione del coprifuoco «per proteggere le case abbandonate da furti e saccheggi nell’area», ha detto durante la stessa conferenza stampa.
Conferenza iniziata con le scuse delle autorità per un allarme di evacuazione totale emesso nelle ultime ore che non corrisponde alla realtà.
«Non riesco davvero a esprimere quanto mi dispiaccia per quello che è successo», ha riconosciuto Kevin McGowan, direttore dell’area metropolitana di Los Angeles dell’Agenzia federale per la gestione delle emergenze, che ha attribuito la colpa a un inconveniente tecnico.
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Il coprifuoco ha riguardato aree evacuate colpite dall’incendio di Palisades e dall’incendio di Eaton.
«Non potete trovarvi in queste aree colpite. Se lo fate, siete soggetti ad arresto», ha detto Luna sottolineando che permette alla polizia di agire contro i saccheggiatori che operano nelle zone della città che sono state evacuate: «Lo stiamo facendo per proteggere le strutture, le case, che le persone hanno lasciato perché abbiamo ordinato loro di andarsene».
Intanto il Segretario alla Salute e ai Servizi Umani degli Stati Uniti, Xavier Becerra, ha annunciato la dichiarazione di un’emergenza sanitaria pubblica per rafforzare la risposta dei servizi sanitari ai problemi di salute derivanti dall’inalazione dell’immensa cortina di fumo che sta coprendo la regione.
Il dipartimento, ha aggiunto, «è pronto a sostenere la salute e il benessere di tutti i californiani colpiti da questi devastanti incendi e ad assistere nella risposta medica di emergenza».
Storia degli incendi in California
Quindici dei 20 incendi più distruttivi nella storia dello Stato si sono verificati a partire dal 2015, poiché il riscaldamento globale sta causando incendi sempre più grandi e più gravi negli Usa sud-occidentali.
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I due incendi sono anche gli unici dei 20 più distruttivi nella storia dello Stato ad essersi verificati a gennaio – uno sviluppo causato dall’estrema oscillazione da condizioni di umidità a condizioni di siccità negli ultimi due inverni, che hanno dapprima favorito la crescita della vegetazione per poi seccarla, trasformandola in cenere.
Le cause degli incendi e il piromane: nel mirino la rete elettrica
E intanto comincia a emergere una possibile spiegazione per questa serie inarrestabile di incendi. Come i devastanti roghi di due anni fa a Maui, nelle Hawaii, anche i roghi di Los Angeles sarebbero stati provocati da problemi nella rete elettrica.
Lo sostiene Whisker Lab, una società che raccoglie dati da sensori in grado di monitorare problemi sulla griglia delle forniture energetiche.
La società sostiene che il suo sistema ha rilevato segni di stress sulle linee elettriche vicino ai luoghi da cui sono partiti i roghi prima che divampassero le fiamme. Nel 2023 i sensori della società avevano fornito alcune delle prime prove che l’incendio a Maui era stato causato da linee elettriche.
Nel frattempo è stato anche arrestato un sospetto piromane. L’episodio è avvenuto nella zona a nord di Los Angeles vicino a dove imperversa l’incendio «Kenneth». Intorno alle 16,30 locali (l’1,30 di oggi in Italia), la polizia è intervenuta in seguito alle segnalazioni di un uomo che stava
tentando di appiccare un incendio nella Ybarra Road a Woodland Hills con un lanciafiamme artigianale.
Uno degli incendi che stanno devastando Los Angeles, quello di Hurst, potrebbe essere stato causato da un guasto elettrico. In particolare, si parla di un problema alle apparecchiature della società fornitrice di energia Southern California Edison. Lo ha riferito Edison International, precisando di aver scoperto una linea elettrica abbattuta e un guasto in una torre quasi nello stesso momento della prima segnalazione del rogo di Hurst.
Un’altra delle possibili cause è quella di un rogo, che i vigili del fuoco pensavano di aver domato, originato dai fuochi di artificio fatti esplodere la notte di Capodanno.
Secondo quanto riferito dal Washington Post, infatti, sei giorni prima degli incendi un rogo sarebbe stato originato dai fuochi di artificio fatti scoppiare la notte di Capodanno.
Lo dimostrerebbero le immagini satellitari. Un incendio che, a causa della siccità e del vento caldo, sarebbe riesploso dando origine al vasto maxi rogo che sta distruggendo la metropoli californiana.
Il fenomeno, noto come “reignizione”, può verificarsi quando venti intensi ravvivano focolai sotterranei rimasti latenti.
Sulle cause degli altri incendi stanno comunque indagando la polizia e i vigili del fuoco di Los Angeles e l’Fbi. Intanto le fiamme sono state contenute per circa il 90% della loro estensione. Gli ordini di evacuazione resteranno tuttavia in vigore finché ci saranno avvisi meteo di vento forte.
Allarme saccheggi, forze dell’ordine sotto copertura
Intanto è allarme sciacalli nella California squassata dalle fiamme. La situazione ha spinto squadre di federali e locali sotto copertura a pattugliare le aree della contea di Los Angeles.
Agenti in abiti civili e alla guida di veicoli non contrassegnati è alla ricerca di potenziali saccheggiatori che perlustrano le aree evacuate e tengono d’occhio il cielo, per individuare eventuali droni che volano violando le restrizioni di volo.
Nove persone sono finite nel mirino della giustizia di Los Angeles per aver saccheggiato alcune abitazioni nelle aree devastate dagli incendi di Palisades e Eaton, mentre un uomo è sotto inchiesta perché accusato di aver intenzionalmente appiccato un rogo in un parco di Azusa durante la tempesta di fuoco della scorsa settimana.
E’ dunque lotta dura della procura contro gli sciacalli che si sono scatenati in questi ultimi giorni approfittando dell’evacuazione dalle loro case di quasi centomila persone.
Tre uomini – riferisce il Los Angeles Times – sono sotto processo per aver rubato oggetti di valore pari a 200mila dollari da una abitazione a Mandeville Canyon all’inizio di giovedì, mentre un altro gruppo si sarebbe appropriato di beni personali, tra cui un premio Emmy, da una casa di Altadena durante l’incendio di Eaton.
Lo ha denunciato l’avvocato distrettuale della contea di Los Angeles Nathan Hochman che ha lanciato un messaggio ben preciso sperando che faccia da deterrente: «Lasciatemi essere chiaro: se sfruttate questa tragedia per depredare le vittime di questi incendi mortali, vi troveremo e vi perseguiremo nella misura massima consentita dalla legge», ha detto.
Ville dei vip in fumo
Tra gli sfollati ci sono diverse celebrità come Diane Warren, Paris Hilton, Billy Crystal e Anthony Hopkins che hanno perso la loro villa alle Pacific Palisades, il quartiere residenziale che si erge su scogliere e colline sull’Oceano Pacifico vicino a Malibu e Santa Monica commemorato dai Beach Boys in Surfin’ Usa. Anche Mel Gibson ha raccontato che la sua villa è «completamente in fumo».
Milo Ventimiglia, volto della serie cult This is us, ha visto bruciare davanti ai suoi occhi la sua villa a Malibu. Lui e sua moglie Jarah Mariano, che partorirà nei prossimi giorni il loro primo figlio, sono stati costretti a scappare seguendo la tragedia dalle telecamere di sicurezza.
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Le strade che si snodano lungo canyon tortuosi offrono privacy e viste panoramiche ma non hanno di certo aiutato nell’emergenza. In molti sono dovuti fuggire a piedi con il fumo che gli divorava i polmoni.
Le fiamme hanno bruciato parte della Charter High School, dove sono stati girati il film horror del 1976 Carrie e la serie tv Teen Wolf , e sono arrivate a lambire la scritta Hollywood sul Monte Lee.
È finita in cenere anche la proprietà di Mel Gibson a Malibù. Al momento dell’incendio, l’attore era in Texas per registrare una puntata del noto podcast di Joe Rogan sul sequel del film «La Passione di Cristo». Gibson, come Trump, ha criticato il governatore della California, Gavin Newsom, per la maldestra gestione della crisi.
Sono state invece evacuate, a causa della minaccia degli incendi, le sorelle Kardashian che hanno dovuto lasciare le proprie case di Hidden Hills. Kim, Kourtney, Khloe, Kylie, Kendall e Kris e anche il fratello Rob sono stati portati via dalle case, come apprende Tmz, in seguito all’ordine di evacuazione obbligatorio.
Morta negli incendi l’attrice Dalyce Curry dei Blues Brothers
L’attrice in pensione Dalyce Curry, nota per il suo ruolo nel film del 1980 ‘The Blues Brothers – I fratelli Blues’, è morta negli incendi di Los Angeles all’età di 95 anni: lo riportano i media statunitensi.
I resti della donna sono stati ritrovati giorni dopo che l’incendio di Altadena ha raso al suolo la sua proprietà nella città. La morte dell’attrice è stata annunciata su Facebook dalla sua pronipote, Dalyce Kelley.
Secondo i media, Kelley ha accompagnato la nonna – nota come ‘Momma D’ – a casa sua martedì sera verso mezzanotte, senza rendersi conto della devastazione che l’attendeva. La mattina dopo l’abitazione era completamente bruciata. Oltre al film commedia musicale diretto da John Landis e interpretato da John Belushi e Dan Aykroyd, Dalyce Curry è apparsa anche in film come ‘I 10 comandamenti’ e ‘Lady Sings the Blues’.
Oscar, rinviato ancora l’annuncio delle nomination
L’annuncio delle nomination degli Oscar slitta di nuovo, a causa degli incendi che stanno devastando Los Angeles.
Inizialmente prevista per venerdì 17 gennaio e poi posticipata a domenica 19 gennaio, la data è ora riprogrammata per giovedì 23 gennaio.
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«Siamo tutti devastati dall’impatto degli incendi e dalle profonde perdite subite da così tante persone nella nostra comunità. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences è sempre stata una forza unificante all’interno dell’industria cinematografica e siamo impegnati a rimanere uniti di fronte alle difficoltà», dichiarano il ceo Bill Kramer e la presidente Janet Yang. Inoltre, è stato cancellato il tradizionale pranzo dei candidati, previsto per il 10 febbraio.
Polemiche e rabbia
Come sempre, insieme ai disastri arrivano le polemiche. Con le condizioni di siccità di quest’anno e le previsioni di forti venti, la comunità di Pacific Palisades aveva chiesto un piano di protezione dagli incendi che però non è mai arrivato. In più nelle prime 24 ore dell’emergenza il sindaco Karen Bass era in Ghana per partecipare all’insediamento del presidente John Dramani Mahama.
E, nonostante sia tornata in tutta fretta, ha dovuto subire dure contestazioni. Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accusato sia lei che il governatore della California, Gavin Newsom, di essere due incompetenti.
Secondo Trump, Newsom (prontamente ribattezzato Newscum: scum in inglese significa feccia), dovrebbe dimettersi. Ma in una lettera, diffusa nelle ultime ore, è il governatore della California questa volta a rivolgersi a Trump invitandolo a Los Angeles per verificare con mano lo stato del disastro.
«Nello spirito di questo grande paese non dobbiamo politicizzare una tragedia umana o spingere disinformazione» ha scritto Newsom.
Molto duro l’attore James Woods, tre Emmy e un Golden Globe in carriera, una delle star che ha visto la sua abitazione bruciare: «Sono bastate poche ore perché l’inettitudine di Gavin Newsom e Karen Bass rendesse Pacific Palisades una terra bruciata. Ricostruire sarà un compito gargantuesco. Il primo passo necessario deve essere il ritiro di questi due inutili politicanti», ha scritto su X.
Il sindaco Bass, sulla difensiva dopo le critiche per la risposta della città ai roghi, ha chiesto che la «politica non interferisca e divida» e ha annunciato in conferenza stampa che sono «già in atto dei piani per provvedere alla ricostruzione e si tratterà di «una impresa enorme ma non ci saranno intoppi burocratici, la strada per la ricostruzione sarà libera dalla burocrazia. Andremo avanti con nuove strategie e nuove politiche».
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«Il presidente Biden ha promesso il suo pieno sostegno agli sforzi di risposta agli incendi incluso il rimborso da parte della FEMA (Ente federale per la gestione delle emergenze) del 100% dei nostri costi per affrontare al disastro», ha dichiarato il sindaco di Los Angeles.
Il presidente Biden, dal canto suo, per monitorare la situazione ha annullato il viaggio di tre giorni in Italia, in cui avrebbe dovuto incontrare il premier Giorgia Meloni e papa Francesco.
Intanto anche l’Unione europea si è detta disponibile ad aiutare gli Stati Uniti, se ce ne sarà bisogno. Lo ha affermato una portavoce della Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa: «Abbiamo i nostri strumenti in campo, abbiamo il meccanismo di protezione civile, abbiamo il sistema di mappe di Copernicus. Siamo pronti ad aiutare se richiesto», ha spiegato una delle portavoce della Commissione Ue a proposito degli incendi negli Usa.
Incendi a Los Angeles, i più ricchi assoldano ‘pompieri privati’
Con i devastanti incendi che continuano a imperversare a Los Angeles c’è chi ha iniziato ad assoldare compagnie private di vigili del fuoco.
Si tratta di cittadini più che benestanti che si possono permettere di pagare contractor per cercare di salvare la propria casa.
In periodi normali il costo di un servizio del genere si aggira attorno ai 1.000 dollari ma durante un’emergenza così grave si possono pagare fino a 5.000 dollari.
Per molti nel ricco quartiere di Pacific Palisades, dove infuria l’incendio più grande, questo è un piccolo prezzo da pagare per proteggere ville che costano milioni di dollari. E c’è anche chi si è offerto di pagare fino a 100.000 dollari per essere messo in cima alla lista.
Per non parlare degli idranti privati che si possono installare ma il cui costo si aggira attorno a100.000 dollari più una tassa da 35.000 dollari da pagare all’azienda idrica per avere l’accesso all’acqua.
L’emergenza, sviluppatasi in una delle zone più ricche della contea, ha messo in evidenza il già netto divario sociale tra i suoi abitanti: da una parte ci sono le persone che possono permettersi di pagare soluzioni private, dall’altra chi dipende completamente dai servizi pubblici.
Un esercito di pompieri privati
Al momento sono più di 7.500 pompieri “regolari”, finanziati cioè con i fondi pubblici, impegnati senza sosta a Los Angeles nel cercare di domare i numerosi incendi divampati. Un numero che, a quanto pare, non è sufficiente a gestire l’emergenza.
L’esercito è infatti pronto a prendere in mano la situazione, mentre dal Messico sono arrivati dei vigili del fuoco per cercare di contenere i sei incendi in atto.
Sono infatti numerosi i vip che hanno fatto ricorso anche a pompieri privati – promettendo di non badare a spese – assunti per proteggere le loro ville di lusso di Beverly Hills e Malibu.
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A Los Angeles sembra star nascendo un vero e proprio nuovo business, con professionisti assunti a pagamento da compagnie assicurative, ricchi proprietari immobiliari e agenzie governative che hanno bisogno di ulteriore personale.
Sono poi anche le stesse compagnie assicurative a offrire servizi per proteggere le proprietà. In tempi normali, questi interventi costano circa 1.000 dollari, ma durante emergenze gravi il prezzo può arrivare fino a 5.000 dollari.
E c’è persino chi ha accettato di spendere fino a 100.000 dollari pur di essere messo in cima alla lista delle priorità.
La California è la Ground Zero dei disastri
Dalle piogge torrenziali ai devastanti incendi. Solo un anno fa, la California meridionale era sott’acqua allagata dalle piogge iniziate a dicembre e che raggiunsero il proprio culmine nel mese di febbraio; ora la situazione è diametralmente opposta con siccità e incendi a farla da padrone dopo una delle estati più calde mai registrate e un autunno che non ha fatto registrare precipitazioni.
La California è particolarmente suscettibile al peggio del cambiamento climatico: le estati sono senza pioggia e la maggior parte delle precipitazioni cade in inverno, quindi anche piccoli cambiamenti nei modelli meteorologici possono gettare lo Stato in periodi di inondazioni bibliche o di siccità che brucia il paesaggio.
Questi enormi cambiamenti da condizioni secche a umide e viceversa, noti come «colpi di frusta meteorologici», stanno diventando più frequenti e queste oscillazioni peggiorano la gravità e le possibilità di pericoli come incendi e inondazioni improvvise.
La serie torrenziale di tempeste verificatasi lo scorso inverno ha accelerato la crescita delle piante, portando a una quantità di vegetazione che Daniel Swain, climatologo presso l’Università della California, ha stimato essere il doppio della media della regione, materiale che poi è diventato il combustibile per gli incendi di questa settimana.
«Questa sequenza di colpi di frusta in California ha moltiplicato per due il rischio di incendi: innanzitutto, aumentando notevolmente la crescita di erba e cespugli infiammabili nei mesi che precedono la stagione degli incendi e poi seccandoli a livelli eccezionalmente elevati con l’estrema siccità e il caldo che ne sono seguiti», ha affermato il climatologo.
Il clima secco e l’abbondanza di combustibile sono sufficienti a scatenare incendi boschivi, ma gli incendi di questa settimana sono stati potenziati da una tempesta di vento insolitamente potente a Santa Ana, un’aggiunta devastante alla ricetta già pericolosa.
Le fiamme sono state trasportate da casa in casa da raffiche di vento fino a 160 chilometri l’ora, rendendo impossibile per i vigili del fuoco tenere le fiamme sotto controllo.
È stato l’inizio più secco dell’inverno mai registrato nella California meridionale, secondo Swain, e i meteorologi del National Interagency Fire Center avvertono che rimarrà a rischio di «potenziali incendi significativi superiore alla norma» fino alla fine di gennaio.
Potrebbe anche significare un inizio anticipato della tradizionale stagione degli incendi nelle aree ad altitudini più elevate, ha avvertito l’agenzia e gli incendi violenti rimarranno possibili finché il pendolo del meteo estremo non tornerà a oscillare verso l’umido e la California non riceverà una forte pioggia invernale.