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Banche

Banche, allarme desertificazione sportelli. Le soluzioni diventano sempre più digitali

Maria Lucia Panucci
20 Febbraio 2025
Banche, allarme desertificazione sportelli. Le soluzioni diventano sempre più digitali
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Centinaia i comuni senza più filiali sul territorio. Addio agli Atm tradizionali

Spariscono gli sportelli bancari in Italia ed è allarme desertificazione. Nel 2024 ne sono stati chiusi altri 508, portando il numero delle filiali sotto quota 20 mila. Il calo è stato del 2,5% rispetto alla fine del 2023, con una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno, nel quale sono stati chiusi 432 sportelli. Questi i numeri emersi dal report di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 dicembre 2024 da Bankitalia ed Istat.

I dati

Le regioni più colpite sono state Valle d’Aosta (- 7,5%), Umbria (- 4,3%) e Sardegna (- 3,9%). Decisamente meno pesante il conto per Emilia Romagna (- 0,9%), Calabria (- 0,6%) e Liguria, dove il saldo tra aperture e chiusure è risultato invariato.

A livello territoriale nel 2024 altri 101 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Solo negli ultimi tre mesi sono stati 82, portando il numero complessivo a 3.381, pari al 42,8% del totale.

Aumenta anche il numero delle persone che non ha accesso ai servizi bancari o rischia di perderlo: sono circa 11 milioni, mezzo milione in più rispetto ad un anno fa, di cui oltre 4,6 milioni (+ 6,5%) vivono in comuni totalmente desertificati.

L’Internet banking

In Italia la diffusione dell’internet banking è ancora modesta visto che lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali.

L’accelerazione delle chiusure nell’ultimo trimestre del 2024 ci dice che le Banche intendono continuare a comprimere i costi riducendo la loro presenza sul territorio. D’altronde il settore si sta evolvendo verso soluzioni sempre più digitali. Un esempio concreto? L’addio agli Atm tradizionali.

Ecco il futuro dei prelievi

La nuova generazione di bancomat sfrutterà la tecnologia Nfc (Near Field Communication), la stessa utilizzata nei pagamenti senza contatto con carte e smartphone. Anziché inserire fisicamente la carta nello sportello, gli utenti potranno semplicemente avvicinarla al lettore dell’Atm per avviare l’operazione, che potrà essere effettuata anche avvalendosi di smartphone o altri dispositivi con tecnologia Nfc integrata. Dopo aver verificato la propria identità, gli utenti potranno accedere a tutte le funzioni tradizionali del bancomat, come prelievi, consultazione del saldo, e trasferimenti. Il tutto avverrà tramite un’interfaccia touchscreen moderna, che sostituirà i vecchi tastierini meccanici.

I vantaggi

L’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche renderà le operazioni più rapide, sicure e comode per gli utenti. Ridurrà notevolmente il rischio di clonazione delle carte, uno dei principali problemi legati agli sportelli Atm attuali. Ed il fatto di non dover inserire la carta ridurrà l’usura del chip e della banda magnetica, prolungando la durata delle carte.

Crescono i pagamenti elettronici

Gli europei (e anche gli italiani) utilizzano sempre più carte di credito, di debito e bonifici. Ma il contante, seppure in calo, resiste e la maggioranza dei consumatori vuole comunque essere libero di utilizzarlo. Dal sondaggio annuale della Bce, pubblicato a metà dicembre 2024, emerge come nell’Eurozona i pagamenti digitali crescano, ma la forma “tradizionale” di pagamento è ancora quella più utilizzata. I pagamenti digitali nell’Eurozona sono quasi il 48% delle operazioni totali a livello europeo. L’altro 52% è invece rappresentato dal contante, che rimane lo strumento di pagamento più utilizzato. Ma attenzione: nel 2016 la sua percentuale era al 79, nel 2022 al 59. Ciò significa che sta scendendo sempre di più, con conseguente vantaggio della moneta elettronica.

Bancomat: in arrivo gli aumenti per le commissioni

Da luglio 2025 è previsto un aumento delle commissioni Bancomat, una novità che potrebbe tradursi in spese aggiuntive per i consumatori. Le banche e gli intermediari finanziari hanno già ricevuto il nuovo tariffario, preparandosi a gestire i margini di guadagno. Il nuovo listino prevede una differenziazione delle commissioni in base al valore dell’acquisto: tariffe più basse per beni di minor valore, come un caffè, e più alte per prodotti di lusso, come un abito griffato.

Euro digitale: la metamorfosi dei pagamenti digitali

Un euro digitale sarebbe una forma digitale di contante, emessa dalla banca centrale e accessibile a chiunque nell’area dell’euro. Andrebbe ad affiancare le banconote e le monete, dando quindi alle persone più scelta su come pagare. Verrà distribuito a cittadini e imprese da banche e altri prestatori di servizi di pagamento.

L’euro digitale non sarebbe una criptovaluta, in quanto garantito da una banca centrale, con valore nominale costante e corso legale; non sarebbe nemmeno uno strumento di investimento ma un mezzo di pagamento, a beneficio dell’economia e dell’intera società. L’euro digitale, al pari di banconote e monete, sarà un bene pubblico, fornito però virtualmente e non fisicamente.

I principali benefici dell’euro digitale per i cittadini derivano da tre principi fondamentali: semplicità, inclusione e protezione della privacy. Semplicità perché una moneta digitale di banca centrale semplificherebbe la vita delle persone offrendo un unico mezzo di pagamento accettato da tutti e ovunque nell’area dell’euro. Oggi questo beneficio è offerto solo dalle banconote, che però hanno il limite intrinseco di poter essere scambiate solo di persona e in punti vendita fisici. L’euro digitale aiuterebbe a superare questa frammentazione: sarebbe utilizzabile dai cittadini per qualsiasi tipo di transazione, dagli acquisti nei negozi fisici a quelli online, per i pagamenti alla pubblica amministrazione o per i trasferimenti tra privati e in qualunque città o paese dell’area dell’euro. L’uso online permetterebbe di inviare e ricevere soldi a distanza tra privati ma l’euro digitale potrebbe essere utilizzato anche offline, rendendo possibili i pagamenti in caso di copertura internet assente o perfino durante un blackout, creando una rete di sicurezza a beneficio di tutti. Un secondo obiettivo fondamentale del progetto è la promozione dell’inclusione. L’euro digitale sarebbe accessibile a tutti i residenti e i cittadini dell’area dell’euro, attraverso un’app mobile o una carta fisica, con un’attenzione particolare ai più fragili, quelli con disabilità che potranno effettuare pagamenti digitali e accedere gratuitamente ai servizi, utilizzando in caso di bisogno canali per l’assistenza dedicata.

Infine, ma non meno importante rispetto agli altri principi, vi è la tutela della riservatezza. Per i pagamenti online verrebbero adottate le più recenti tecnologie di protezione della privacy per garantire i massimi standard di riservatezza. Per i pagamenti offline si otterrebbe di fatto un livello di riservatezza paragonabile a quello del contante, perché solo l’ordinante e il beneficiario avrebbero accesso ai dati dell’operazione. Inoltre, la conformità alle norme sulla protezione dei dati sarebbe sottoposta al controllo di autorità indipendenti in materia.

Il progetto dell’euro digitale è attualmente nella sua fase di preparazione, iniziata a novembre 2023 dopo la conclusione della fase istruttoria. In questa fase si conducono test e sperimentazioni approfondite per assicurare che l’euro digitale soddisfi le esigenze degli utenti e i requisiti dell’Eurosistema. La decisione vera e propria sulla creazione di un euro digitale sarà presa dalla Banca centrale entro ottobre 2025. Se deciderà di lanciarlo, la Bce ha dichiarato che gli utenti dovranno creare un portafoglio digitale in euro attraverso una banca o un ufficio postale. Poi, potranno iniziare ad usarlo una volta che vi avranno depositato del denaro.

FOTO: SHUTTERSTOCK
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