L’inflazione dell’Eurozona si sta dirigendo di nuovo verso l’obiettivo, ma permangono alcune preoccupazioni che giustificano la cautela nel segnalare un ulteriore allentamento della politica. E’ quanto emerge dai verbali della riunione della Bce del 29-30 gennaio quando i tassi sono stati tagliati per la quinta volta dal mese di giugno.
Gli investitori ora si aspettano che l’ente centrale tagli il deposito di altri 25 punti base giovedì prossimo e che preveda altre due mosse nel corso dell’anno, portando il tasso di riferimento al 2% entro la fine del 2025.
Sebbene la BCE non abbia preso alcun impegno esplicito in merito a ulteriori tagli dei tassi, ha affermato che il tasso attuale sta ancora limitando la crescita e che un passaggio a un’impostazione più neutrale è possibile se l’inflazione è sotto controllo. «Fintanto che il processo di disinflazione rimane in corso, i tassi di policy potrebbero essere portati ulteriormente verso un livello neutrale, per evitare di frenare inutilmente l’economia», si legge.
La persistente debolezza della crescita economica e il forte rallentamento della crescita dei salari sono entrambi fattori che probabilmente attenueranno le pressioni sui prezzi. Tuttavia, i costi dell’energia sono in aumento, l’euro è più debole e l’incombente guerra commerciale con gli Stati Uniti potrebbe far salire i prezzi al consumo.
Secondo i membri del board, le previsioni di dicembre sono destinate a peggiorare sul fronte del Pil, perché “si stanno materializzando segnali di rischi al ribasso“.