Le criptovalute sono entrate, ormai da qualche tempo, nel mondo del calcio. Risale ai Mondiali del Qatar 2022 la sponsorizzazione da parte di Crypto.com. Cosa nota è anche il pagamento dei calciatori che è in parte rappresentato da cripto.
Una strategia che trova radici in un passato relativamente recente. Risale, infatti, al 2018 il primo caso, quello rappresentato dal trasferimento di Ömer Faruk Kiroğlu, giocatore turco in forza all’Harunustaspor, squadra di seconda divisione nel campionato di Ankara. In quel caso la spesa fu trattata in Bitcoin e riguardava un pagamento di 500 euro. Appartiene, però, alla Spagna il primato più emblematico: nel 2021, complice lo sponsor, un’azienda specializzata nelle transazioni di bitcoin, David Barral veniva ingaggiato dal DUX International.
Un vantaggio, quello del pagamento in cripto, che nasce dalla velocità dell’operazione e dalla trasparenza che, però, deve pagare lo scotto di una volatilità potenzialmente pericolosa. Ma i pagamenti dei cartellini dei giocatori offrono anche altri vantaggi. E rischi.
Per organizzare meglio il discorso si potrebbe iniziare a osservare i vantaggi. Il taglio delle commissioni, rispetto ai metodi tradizionali, risalta tra tutti. Ma non è ancora l’unico. A questo si associano la velocità della transazione stessa e il vantaggio di poter sfruttare un pagamento diretto tra club di Paesi diversi eliminando, quindi, il cambio valuta. Parallelo a questo anche il fatto che le cripto non sono soggette ad orari di sportelli o altro, il che si trasforma in un surplus favorevole in un mercato internazionale come quello del calcio che ha calendari fissi. Altro elemento a favore è quello di una sicurezza dettata a sua volta dalla tracciabilità della blockchain. Ma questa stessa fiducia rischia di trasformarsi nell’esatto opposto nel caso in cui una società non accetti questa “moneta di scambio”. Alla base questa potenziale diffidenza potrebbe esserci anche un quadro normativo non omogeneo a livello internazionale e che, per questo motivo, potrebbe creare difficoltà nei conti societari.
Di questi giorni la notizia dell’interesse, da parte della FIFA per lo sviluppo di una propria criptovaluta. Come detto si tratta di una novità che risale a qualche anno fa. Infatti i vari club hanno stretto da tempo accordi con le aziende produttrici per lo sviluppo dei relativi fan token. Ma l’interesse sembra essere reciproco. Un esempio, infatti, è quello di Tether che con una quota dell’8% è diventata azionista della Juventus e presto potrebbe diventarne anche sponsor.
La svolta, però, potrebbe arrivare nelle prossime settimane. A farlo pensare è l’annuncio di Gianni Infantino, numero uno della FIFA che, durante il Crypto Summit organizzato alla Casa Bianca dal presidente USA Donald Trump, ha annunciato il progetto unendo tre occasioni particolarmente importanti. Gli Stati Uniti, infatti, saranno la nazione che ospiterà il primo mondiale FIFA per club che si terrà a giugno e nel 2026 co-ospiteranno con Messico e Canada la Coppa del Mondo per nazionali. Ma Washington sarà presto la futura patria delle cripto per volontà dello stesso Trump il quale, recentemente, ha dichiarato di voler creare una riserva nazionale di criptovalute.
