La penalizzazione al Napoli, richiesta dalla Procura Federale per il caso Osimhen-plusvalenze, rischia di diventare un terremoto non solo sportivo ma anche economico. Se il club partenopeo dovesse subire un taglio in classifica da 2 a 4 punti (questa l’ipotesi più accreditata) la qualificazione alla Champions League 2025-2026 diventerebbe una chimera. Le implicazioni? In una parola: pesantissime.
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Il valore (concreto) della Champions: fino a 80 milioni
Secondo i dati UEFA, l’accesso alla fase a gironi della Champions League vale circa 50-55 milioni di euro solo tra premi di partecipazione, market pool e ranking storico. A questo vanno aggiunti gli incassi da botteghino, che per il Napoli si sono aggirati tra i 6 e i 10 milioni di euro a stagione nelle ultime partecipazioni, e le entrate commerciali collegate (merchandising, sponsor, hospitality), stimate in ulteriori 10-15 milioni.
In totale, la sola presenza in Champions può valere oltre 75-80 milioni, un quarto abbondante del fatturato annuo del club, che nel bilancio 2022-2023 ha toccato quota 302 milioni, secondo il bilancio SSC Napoli Spa, depositato a gennaio 2024.
Sponsor e visibilità: un capitale
A queste cifre vanno sommati gli effetti indiretti: la visibilità globale della Champions alimenta il valore del brand Napoli, che oggi supera i 300 milioni di euro secondo la società di consulenza Brand Finance. Il club ha chiuso accordi con marchi internazionali come MSC, EA7 e Amazon, attratti anche dalla risonanza europea.
L’eventuale esclusione dal torneo – per ragioni non sportive – potrebbe spingere alcuni sponsor a chiedere ritocchi contrattuali o addirittura a sospendere i bonus performance previsti dai contratti. Una dinamica che, secondo stime del settore, può valere anche il 15-20% dei ricavi da sponsorship, pari a circa 6-7 milioni di euro in meno.
Effetto domino sul mercato e sulla rosa
Il Napoli ha già incassato oltre 250 milioni di euro in plusvalenze negli ultimi tre anni, alimentando un modello economico fondato su scouting, valorizzazione e rivendita. Ma per restare competitivo, ha bisogno di tenere in squadra elementi chiave – come Kvaratskhelia o Di Lorenzo – e convincere profili internazionali ad accettare la destinazione azzurra.
L’assenza dalla Champions può cambiare tutto: secondo un’analisi Deloitte, i club che non partecipano alle coppe europee subiscono una devalorizzazione media del 15-20% del proprio parco giocatori nel medio termine. Tradotto: calano sia le entrate da cessioni sia l’attrattività sul mercato.
Il danno alla città: 20 milioni in fumo
Ogni partita casalinga di Champions genera un indotto importante per Napoli e provincia. Secondo Federalberghi Campania, un match europeo porta in città tra 20.000 e 30.000 persone tra tifosi, addetti ai lavori e turisti. Il giro d’affari stimato per ogni evento va da 2,5 a 3 milioni di euro, considerando alberghi, ristoranti, trasporti e attività turistiche.
Con almeno 3 gare garantite nella fase a gironi, il danno economico per il territorio – in caso di esclusione – supererebbe i 10 milioni di euro, e può arrivare fino a 20 milioni con eventuali ottavi o quarti di finale.
Un colpo anche al calcio italiano
Infine, c’è un riflesso sistemico: se il Napoli venisse penalizzato ed escluso dalla corsa Champions, a beneficiarne potrebbe essere una squadra con meno appeal europeo. Questo impatterebbe sul ranking UEFA nazionale (attualmente l’Italia è prima, ma inseguita da Inghilterra e Germania), mettendo a rischio il numero di posti nelle coppe europee per gli anni a venire.
Inoltre, Sky, DAZN e gli altri broadcaster internazionali potrebbero rivedere le loro valutazioni economiche per i diritti esteri della Serie A, oggi attorno a 800 milioni di euro complessivi. Il campionato italiano ha bisogno di squadre competitive e riconoscibili, e una penalizzazione extragiudiziale rischia di minarne la credibilità.
La penalizzazione del Napoli avrebbe conseguenze che vanno ben oltre il campo da gioco. Dalle casse del club ai conti della città, dagli sponsor ai broadcaster, il danno stimato supera abbondantemente i 100 milioni di euro. In un’Italia che cerca nella ripartenza sportiva anche un driver per l’economia, l’ombra di un processo sportivo si allunga su una delle sue piazze più vitali.
(foto SHUTTERSTOCK)