Chiunque pensi che il capitano d’industria più potente al mondo sia Elon Musk dovrà ricredersi. Infatti Musk sarà forse quello che, complice la sua popolarità, è maggiormente sotto i riflettori ma in quanto ad influenza finanziaria e a potere c’è qualcuno che, sfruttando la forza della discrezione, lo supera.
Il suo nome dirà poco a molti ma il “capitalista più potente del mondo” si chiama Zeng Yuqun ed è indissolubilmente legato a Catl (Contemporary Amperex Technology Co. Limited), la più grande azienda produttrice mondiale di batterie per veicoli elettrici. Tra i suoi punti di forza non solo la costante ricerca e la continua innovazione ma anche la possibilità di offrire il tutto ad un prezzo più vantaggioso. E non solo per le auto, ma anche per i camion che potrebbero essere il prossimo target.
Le previsioni di Zeng Yuqun parlano di un mercato dei camion in Cina che nel giro di tre anni sarà rappresentato per la metà da esemplari elettrici contro una quota attuale che non supera il 10%. La strategia voluta dalle autorità di stato punta ad una diversificazione dei carburanti e, quindi, ad un ampliamento delle tipologie di veicoli. La prima, ovvia conseguenza, resta perciò un possibile aumento della domanda non tanto di benzina quanto di gas liquefatto e, soprattutto, il rischio di una crescita esponenziale della domanda di batterie. Considerando le dinamiche geopolitiche sempre più incerte, CATL ha perciò deciso di puntare sul mercato interno e, per la precisione, a creare un cluster industriale nella provincia di Shandong dal valore di 100 miliardi di yuan e che comprenderà tutta la catena produttiva.
Altro punto di forza della strategia produttiva degli impianti di Zeng Yuqun è la velocità di ricarica. Gli ultimi modelli presentati permettono ricariche efficienti anche dopo soli cinque minuti di ricarica e con temperature molto basse. Il motivo della potenza di Zeng? Le sue aziende sono quelle che producono un terzo delle batterie agli ioni di litio presenti negli autoveicoli Ev delle aziende maggiori, Tesla in primis con la quale ha un accordo quinquennale in scadenza alla fine di quest’anno. Un particolare di non secondaria importanza visto che ultimamente si è creata tra i due una certa diffidenza.
Un progetto, quello di fornire batterie per il settore auto elettrico, che nasce quasi 15 anni fa, agli albori del settore delle auto elettriche, e che lo ha portato sulla vetta di un patrimonio intorno ai 37 miliardi di dollari anche grazie all’indubbio aiuto dell’onnipresente stato cinese che da tempo ha puntato enormi capitali nello sviluppo di nuove tecnologie in alcuni settori tecnologici strategici.
Ma le batterie, a prescindere dall’importanza industriale, rappresentano il vertice di quel triangolo che, da solo, comprende il futuro dell’economia mondiale insieme ai semiconduttori e all’intelligenza artificiale (IA). Un triangolo pericoloso che a sua volta si intreccia con problemi di sicurezza nazionale dal momento che, essendo le prime due voci indispensabili alla seconda, quelle stesse due voci sono anche di fabbricazione, per lo più, cinese. Da qui la decisione del Dipartimento della Difesa americano di inserire CATL tra le aziende legate allo stato e all’esercito cinese e l’espansione internazionale del gruppo che avviene attraverso normali accordi economico, è costantemente monitorata.