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Economia

Grano: prezzi in aumento

Flavia Dell'Ertole
21 Marzo 2022
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La causa dell’aumento dei prezzi non è la guerra, ma le speculazioni L’Italia non dipende significativamente dal grano prodotto in Ucraina. Le importazioni italiane di grano tenero per la panificazione […]

La causa dell’aumento dei prezzi non è la guerra, ma le speculazioni

L’Italia non dipende significativamente dal grano prodotto in Ucraina. Le importazioni italiane di grano tenero per la panificazione dall’Ucraina sono 122 milioni di chili (il 2,7%), oltre a 785 milioni invece i chili delle importazioni di mais destinato all’alimentazione degli animali (15%).

L’aumento dei prezzi non è causato dalla guerra, bensì dalle speculazioni che si spostano dai mercati finanziari in difficoltà ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli.

Secondo l’analisi del Center for Global Development Usa potrebbero spingere più di 40 milioni di persone in tutto il mondo in una condizione di povertà estrema. Un fenomeno dovuto alla speculazione sulla fame che nei Paesi più ricchi provoca inflazione e povertà, ma anche gravi carestie e rivolte nei Paesi meno sviluppati.

Il problema che attanaglia l’Italia è la produzione del solo 36% del grano tenero di cui ha bisogno, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84%.

«Per rispondere all’invito dei capi di Stato – che si erano riuniti a Versailles, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – in Italia siamo pronti a coltivare da quest’anno un milione di ettari aggiuntivi di terreno per produrre 7,5 miliardi di chili in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione sulla base di contratti di filiera al giusto prezzo necessari per ridurre la dipendenza dall’estero. L’impegno dell’Unione Europea a difendere la sovranità alimentare per rendere l’Europa più autosufficiente dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo, in un momento di grandi turbolenze ma garantendo però elevanti standard di sicurezza alimentare sia nella produzione interna che in quella importata a garanzia delle imprese e dei consumatori europei».

A seguito della guerra in Ucraina i prezzi del grano continuano a salire e il Paese ha quindi deciso di lanciare un programma per assicurarsi almeno il 70% dei raccolti rispetto al 2021. Tra i Paesi che tentano di correre ai ripari oltre a quelli ex-sovietici, c’è l’Egitto dove il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato un tetto ai prezzi del pane, dopo che il costo dell’alimento è incrementato anche del 50% e ha fermato, l’export del grano (misura presa anche da Kuwait) per tre mesi.

La Fao ha sottolineato come la crisi Russia-Ucraina abbia solo fatto accelerare un processo a cui si assisteva già dall’inizio della pandemia da Covid19. «Stavamo già avendo problemi con i prezzi del cibo – spiega il capo economista dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Maximo Torero. – Ora il conflitto sta esacerbando la situazione, mettendoci in una situazione in cui potremmo facilmente cadere in una crisi alimentare».

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: PIXABAY

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