Milano chiude a +0,14%. Chiusura stabile per l’euro che nel finale di seduta ha recuperato le perdite iniziali e ha rimontato sopra la parità contro il dollaro
Le Borse europee chiudono in rialzo una seduta volatile, caratterizzata dall’attesa per la nuova stretta di politica monetaria della Fed, in calendario mercoledì, che catalizzerà l’attenzione degli investitori per l’intera settimana. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,14%. Chiusa Londra per i funerali della Regina, Francoforte guadagna lo 0,49% con il Dax a 12.804 punti. Sulla parità Madrid (+0,08%) con l’Ibex a 7.990 punti. Flessione, invece, per Parigi (-0,26%) con il Cac 40 a 6.061 punti.
Wall Street aveva virato in positivo a metà mattinata. Il Dow Jones sale dello 0,42% a 30.950 punti, l’S&P 500 dello 0,29% a 3.884 e il Nasdaq dello 0,23% a 11.474.
Chiusura stabile per l’euro che nel finale di seduta ha recuperato le perdite iniziali e ha rimontato sopra la parità contro il dollaro, in zona 1,0015. Il risiko dei tassi, con Fed e Bce in fase rialzista e Boj ferma, ha penalizzato lo yen, che e’ scivolato attorno a quota 143,25 contro il biglietto verde e a circa 143,50 contro la divisa unica europea.
Lieve calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 226 punti base dai 228 punti dell’ultimo riferimento registrato venerdì. In rialzo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 4,05% dal 4,03% del closing precedente.
Nel listino milanese, ccquisti su Cnh Industrial (+2,93%), che ha avviato la prima tranche da 50 milioni di dollari nell’ambito del buyback da 300 milioni annunciato il 29 luglio scorso. Rimbalzo di Tim (+2,62%) reduce da una settimana shock per le discussioni interne all’azionariato e per l’incertezza politica che ha messo in stand by il progetto di rete unica.
In chiaroscuro le banche, di recente sugli scudi grazie alla prospettiva di aumento dei tassi di interesse, deboli i petroliferi con il calo del barile (Saipem -5,6%).
Sul fronte energetico, come detto è in flessione anche se lontano dai minimi il prezzo del petrolio: il future novembre sul Brent cede lo 0,59% a 90,81 dollari al barile, mentre il Wti con consegna ottobre scivola dello 0,53% a 84,66 dollari. In calo del 4% a 180,25 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.