Un fenomeno che piace sempre più e trova nell’Italia la cornice ideale per continuare la sua crescita esponenziale. Si parla di cicloturismo, che permette un approccio da “slow-travel” ed è in grado di coniugare la pratica sportiva con la scoperta del territorio.
Un connubio vincente secondo quanto riporta il rapporto “Viaggiare con la bici 2024”, a firma di Insart e Legambiente, presentato in occasione del Bike Forum in scena a Torre del Lago in questi giorni.
Cicloturismo in Italia: nel 2023 si superano i valori pre-pandemia
Il rapporto, che fotografa i dati del 2023, fa segnalare 56 milioni di presenze cicloturistiche che valgono il 6,7% delle presenze turistiche complessive in Italia.
Un dato che non solo sorpassa in doppia cifra i valori del 2022 ma che fa segnare una crescita del 4% rispetto ai 54 milioni di presenze registrati nel 2019, ultimo anno pre-pandemico che ha rappresentato inoltre il picco positivo di tutto il turismo italiano nel decennio.
L’identikit del cicloturista
L’identikit del cicloturista restituisce un profilo ben definito: in Italia, nel 2023 è, in prevalenza, un Millennial (47%), con un livello di istruzione medio-alto e dichiara un reddito medio (52%) o addirittura medio-alto (24%), il che lo rende un target economicamente molto appetibile per i territori.
Il cicloturista in Italia viaggia in compagnia: del proprio partner (41%), della famiglia (26,7%) o degli amici (17%).
Un aspetto di ulteriore rilievo è che si tratta di un turista “trasversale” per cui l’uso della bicicletta fa da “collante” tra interessi e motivazioni turistiche variegate: dalle visite al patrimonio artistico-monumentale (37%), all’immersione in quello naturalistico (36,4%), dalle esperienze enogastronomiche (24%) a quelle orientate al wellbeing in senso lato (8%).
Il cicloturista spende in media 95 euro al giorno per l’acquisto di beni e servizi, un importo che per gli stranieri sale a 104,5 euro: cifre che assumono ancor maggiore valore se si considera che la spesa media giornaliera del totale dei turisti in visita nel nostro Paese è pari a 59,6 euro.
Numeri che portano il cicloturismo a dare un importante contributo al fatturato turistico nazionale, con un impatto economico diretto stimabile in oltre 5,5 miliardi di euro al 2023, in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019 (4,6 miliardi).
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La Conferenza EuroVelo & Cycle Tourism 2024, tenutasi nel mese di ottobre a Viborg, ha acceso i riflettori sul fenomeno sempre in ascesa.
L’evento ha rappresentato un’opportunità unica per i professionisti del settore di discutere gli sviluppi e le prospettive future di questo comparto sempre più rilevante nell’ambito del turismo sostenibile.
In questa occasione, l’Adventure Travel Trade Association (ATTA), CycleSummit e la European Cyclists’ Federation (ECF) hanno collaborato per pubblicare il primo rapporto indipendente sullo stato dell’industria dei tour operator cicloturistici: State of the Cycling Tour Operators Industry 2024.
Cicloturismo: una crescita costante in Europa e nel mondo
Il rapporto evidenzia come il cicloturismo continui a espandersi a livello globale, registrando una crescita non solo in Europa, ma anche in destinazioni emergenti come il Cile, la Colombia, il Giappone e la Nuova Zelanda.
Nonostante il cicloturismo autogestito rimanga il segmento principale in paesi come la Germania, dove oltre il 90% dei cicloturisti organizza i propri viaggi autonomamente, il ruolo dei tour operator continua a essere cruciale per l’evoluzione del settore.
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David Symes, Direttore Regionale di ATTA per l’Europa, ha sottolineato: «Stiamo assistendo a un aumento della domanda di tour self-guided, specialmente in Europa, grazie alla flessibilità che questi offrono ai viaggiatori. Questo trend sta ora conquistando anche il mercato nordamericano, dove stiamo osservando un crescente interesse per questo tipo di esperienze».
L’impulso delle biciclette elettriche
Un aspetto chiave del cambiamento del settore è il boom delle biciclette elettriche. Secondo i dati raccolti, il 64% degli operatori intervistati dichiara che almeno un quarto dei propri clienti utilizza e-bike, con l’Europa in testa per innovazione.
Monica Gazzera, responsabile regionale di ATTA per l’Europa, commenta: «Le e-bike stanno trasformando il cicloturismo, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio. Tuttavia, presentano nuove sfide logistiche e di manutenzione che i tour operator devono affrontare per garantire un’esperienza di alta qualità».
Le sfide per i tour operator di cicloturismo
Il rapporto evidenzia anche le principali sfide che i tour operator devono affrontare. L’inflazione rappresenta la maggiore preoccupazione per il 62% degli intervistati, seguita dalle difficoltà di marketing e dall’acquisizione di nuovi clienti. Inoltre, trovare alloggi adeguati e flessibili per i cicloturisti rimane un problema comune, sia in Europa che al di fuori.
«La carenza di alloggi di qualità che siano in grado di soddisfare le esigenze dei ciclisti è un ostacolo significativo per l’espansione del settore – afferma Symes – È importante che i partner locali, le amministrazioni e i tour operator lavorino insieme per migliorare l’infrastruttura e rendere le destinazioni ciclistiche ancora più attraenti».
Verso un futuro di opportunità
Nonostante le sfide, il rapporto indica chiaramente un trend di crescita positiva per il cicloturismo globale. Oltre a consolidare la propria posizione in mercati tradizionali come Italia, Francia e Germania, gli operatori cicloturistici stanno esplorando nuove destinazioni e forme di turismo attivo, quali il ciclismo gravel e i tour brevi e facili.
«Le destinazioni che sanno adattarsi e investire in percorsi ciclabili di qualità e strutture ricettive dedicate al cicloturismo saranno quelle che guideranno il futuro del settore,” conclude Gazzera. “La collaborazione e la condivisione di esperienze tra i vari attori sono fondamentali per raggiungere una crescita sostenibile e responsabile».
ATTA, CycleSummit e la European Cyclists’ Federation ATTA
Fondata nel 1990, l’Adventure Travel Trade Association è la più grande rete globale di leader nel settore dei viaggi d’avventura. La comunità è composta da circa 30.000 guide individuali, tour operator, strutture ricettive, consulenti di viaggio, enti turistici, organizzazioni di marketing e gestione delle destinazioni, educatori outdoor, aziende di attrezzature e media di viaggio che condividono la convinzione e l’impegno per il turismo sostenibile.
Le connessioni e la creatività di questa vivace comunità si uniscono sia virtualmente che di persona per creare e fornire le soluzioni che spingono le nostre aziende e le nostre comunità verso un futuro responsabile e redditizio.
CycleSummit
CycleSummit è una rete globale di operatori cicloturistici che offre ai professionisti internazionali una piattaforma per connettersi, collaborare ed esplorare nuove opportunità nel settore del cicloturismo.
Dal 2009, il summit favorisce le connessioni tra i professionisti del ciclismo. L’evento annuale comprende anche destinazioni che presentano i loro prodotti ciclistici, oltre a varie attività sociali che promuovono il networking e mettono in evidenza la regione in cui si svolge.
Federazione europea dei ciclisti-EuroVelo
ECF è un’associazione senza scopo di lucro con sede a Bruxelles, dedicata alla realizzazione di una maggiore e migliore mobilità ciclistica per tutti, sia per il trasporto che per il tempo libero.
EuroVelo, la rete europea di percorsi ciclabili, è un’iniziativa della European Cyclists’ Federation sviluppata da partner nazionali e regionali. Si tratta di una rete di percorsi ciclabili a lunga percorrenza che attraversano e collegano l’Europa.
I percorsi possono essere utilizzati sia dai cicloturisti che dagli abitanti del luogo per gli spostamenti quotidiani.
La crescita del cicloturismo in e-bike
Il rapporto sul 2023 sul cicloturismo ha evidenziato come per il 64% degli intervistati, operatori del settore e la clientela che utilizza e-bike abbia superato ormai il 25% il che testimonia come le bici a pedalata assistita stiano ormai invadendo il mercato.
Le e-bike stanno trasformando il cicloturismo portandolo a un livello superiore, che coinvolge anche chi non era un habitué delle due ruote. Questo naturalmente comporta un adeguamento del lavoro dei tour operator, che devono rivolgersi a strutture specializzate e affidabili per la logistica.
La ricerca però fa emergere anche un altro dato: sono sempre di più coloro che si affidano al fai da te. Basti pensare alla Germania, dove sono oltre il 90% coloro che si organizzano autonomamente le vacanze.
«Questo non riguarda solamente le destinazioni europee – puntualizza Gazzera – ma sta progressivamente allargandosi anche al mercato nordamericano. Il perché è presto detto: con le app attualmente esistenti, che permettono non solo di gestire viaggio e soggiorno ma anche di scegliere e scaricare i percorsi migliori, si procede in autonomia. Ma attenzione: per viaggi di più giorni molti preferiscono ancora la sicurezza di un viaggio tutto incluso prenotato da un tour operator».
Il pericolo dell’inflazione
Si è anche evidenziato come le difficoltà per i tour operator siano aumentate. Innanzitutto, a causa dell’inflazione, che per il 62 per cento degli intervistati rappresenta la maggiore preoccupazione, poi per la carenza di alloggi di qualità, specifici per le esigenze di chi viaggia su due ruote. Per questo è necessaria una sempre più stretta interazione tra i partner locali, le amministrazioni e le agenzie specializzate, per trovare alloggi adeguati, flessibili, professionali.
Il mercato legato al cicloturismo, soprattutto svolto con le bici a pedalata assistita, ha avuto un vero e proprio boom dopo il covid perché tanta gente si è avvicinata con curiosità a questo mezzo e ha scoperto come possa garantire vacanze con una spesa più modica ma anche ritmi più adatti il che significa una migliore conoscenza del territorio. In questo senso l’Italia ha un grande vantaggio, perché è la meta più desiderata e battuta nel mondo delle due ruote.
Gazzera ha sottolineato come anche in Danimarca si sia parlato molto della risposta che il nostro Paese può e deve dare a una tale richiesta di presenze, capace di dare ossigeno alla nostra economia: «Dobbiamo sviluppare questa linea di turismo, ma per farlo serve una decisa e complessiva miglioria delle sue arterie ciclabili e delle sue strutture. Questo non è un problema che stiamo avendo solo in Italia, solo che è più evidente perché è la destinazione più ricercata».
In cerca di nuove destinazioni
Il rapporto indica infatti come il trend di crescita positiva riguardi il cicloturismo nella sua globalità, con una progressiva ricerca di nuove destinazioni ma anche di forme di viaggio diverse, ad esempio disegnate a misura di gravel oppure su durate più brevi per venire incontro alle esigenze di un mercato più vasto.
«La crescita del mercato porta continue sfide logistiche – riprende Gazzera – è importante la qualità del lavoro di chi opera nel settore, che sappia come cercare, come accontentare le esigenze di chi viaggia sia in temi strettamente legati alla bici, sia per i servizi da offrire».
«Le destinazioni che meglio sapranno adattarsi e investire in percorsi ciclabili di qualità abbinate a strutture ricettive sempre più specializzate nel cicloturismo avranno un futuro radioso e di questo chi agisce nel settore, dagli enti pubblici ai singoli operatori, deve avere contezza. La collaborazione e la condivisione delle reciproche esperienze saranno un passaggio fondamentale per dare nuovo impulso al movimento».
Rapporto sul cicloturismo in Italia da parte di SNART e Legambiente
In uno scenario in cui la domanda turistica è sempre più caratterizzata dal desiderio di vivere momenti ed esperienze a forte impatto emotivo, il cicloturismo si caratterizza come uno dei segmenti a forte trend di crescita, nell’ambito del contesto più ampio del turismo attivo ed in plein air.
Quello che nel 2019 era un fenomeno emergente, oggi è voce “forte e chiara” dell’offerta turistica del Paese, che sta innescando un circuito virtuoso tra una domanda sempre più attenta, caratterizzata da interessi trasversali e una capacità di spesa medio-alta, e un’offerta di servizi che vanno specializzandosi, così da rendere il cicloturismo uno dei nuovi turismi di punta in ambito esperienziale ed emozionale.
Questa tendenza positiva, pur con gli inevitabili alti e bassi tipici di un fenomeno in consolidamento, ha trovato conferma negli ultimi anni: l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio restituisce la stima di oltre 56 milioni di presenze cicloturistiche nel 2023, il 6,7% delle presenze complessive registrate in Italia.
L’elemento che appare rilevante è quello che vede le presenze direttamente associabili alla fruizione cicloturistica non solo riallinearsi al dato pre-pandemico, fenomeno che si è registrato anche per gli altri prodotti turistici; bensì, crescere di un ulteriore 4% rispetto ai 54 milioni di presenze registrati nel 2019, anno che, come ben sappiamo, ha rappresentato il picco del turismo italiano nell’ultimo decennio.
Non stupirà, dunque, che il cicloturismo rappresenti oramai una voce importante del fatturato turistico del nostro Paese, con un impatto economico diretto stimabile in oltre 5,5 miliardi di euro al 2023, in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019 (4,6 miliardi).
Il cicloturista spende in media 95 euro al giorno per l’acquisto di beni e servizi, un importo che per gli stranieri sale a 104,5 euro: cifre che appaiono rilevanti, se consideriamo che la spesa media giornaliera del totale dei turisti in visita nel nostro Paese è pari a 59,6 euro.
«Il cicloturismo italiano è molto cresciuto in questi ultimi anni – sottolinea il dirigente dell’area Ricerca di ISNART Paolo Bulleri – anche grazie agli sforzi di tanti imprenditori che hanno saputo investire per offrire esperienze e servizi di qualità, contribuendo a ‘vivificare’, anche economicamente, molte aree interne del Paese, lontane dai tradizionali flussi turistici. Credo, tuttavia, che ci siano ancora ampi spazi di mercato da cogliere e che per farlo serva una vision coerente ed integrata che sappia ancor meglio posizionare l’offerta cicloturistica del Paese, in particolare sui mercati internazionali».
I viaggi del cicloturista
I dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio restituiscono il profilo ben definito della domanda: il cicloturista in Italia, nell’estate 2023 è, in prevalenza, un Millennial (47%), con un livello di istruzione medio-alto, svolge una professione (86%; +7,5 p.p. sul totale turisti) e dichiara un reddito medio (52%) o addirittura medio-alto (24%), il che lo rende un target economicamente molto appetibile per i territori.
Foto: Shutterstock
Il cicloturista in Italia viaggia in compagnia: del proprio partner (41%), della famiglia (26,7%) o degli amici (17%).
Soprattutto, è un turista “trasversale” per cui l’uso della bicicletta fa da “collante” tra interessi e motivazioni turistiche variegate: dalle visite al patrimonio artistico-monumentale (37%), all’immersione in quello naturalistico (36,4%), dalle esperienze enogastronomiche (24%) a quelle orientate al wellbeing in senso lato (8%).
L’importanza del web e della “community”
Sei cicloturisti su dieci utilizzano la rete per raccogliere informazioni e pianificare la propria vacanza su due ruote; ne deriva il profilo di un turista attivo e consapevole, che predilige organizzare il tutto nei minimi dettagli prima ancora di partire, consapevole della maggiore complessità tecnico-logistica della vacanza (attrezzature, trasporti, alloggi).
Un dato estremamente interessante è che il 22% dei cicloturisti stranieri siano repeater, ovvero disposti a ritornare in Italia a seguito di un’esperienza piacevole, dimostrando una propensione a lasciarsi fidelizzare su cui certamente merita puntare.
Il cicloturista ha una propensione maggiore a lasciare recensioni online (6 su 10), indicazioni su itinerari e “tecniche”, in particolare rivolte alla propria community, a cui è legato da un sentimento di fraternità ed appartenenza.
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I social sono il canale più utilizzato, soprattutto TripAdvisor (42%), Facebook (33,2%) e Instagram (22%).
Un turista su 3 afferma di aver scelto una specifica ciclovia perché ben manutenuta, dato che ci ricorda l’importanza della corretta programmazione e gestione dei lavori di manutenzione della rete; il 26,2% opta per percorsi immersi in un contesto ambientale suggestivo, in linea con la sensibilità verso la sostenibilità e l’interesse per il patrimonio naturale.
Il 22,4% dichiara di aver scelto la destinazione attratto da una nuova ciclovia, segnale di un’utenza appassionata, che si informa e che sa apprezzare le novità (e quindi gli investimenti) nell’offerta infrastrutturale dedicata.
Per quanto riguarda la tipologia di mezzo scelto, quasi la metà degli intervistati (49%) ha optato per la MTB, il 24% ha preferito la bici da corsa, il 15,4% la bici da città/passeggio ed il 12% ha optato per l’e-bike, che consente di ampliare la quota di domanda cicloturistica, avvicinando una fascia di utenza non necessariamente attiva a livello sportivo.
«Nel Rapporto presentato oggi – ha commentato Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo – abbiamo volutamente parlato di una ‘rivoluzione gentile ma disordinata’ che si muove sulle due ruote dal nord al sud del Paese. Gentile, perché lenta, sostenibile e lontana dalle logiche di fruizione ‘mordi e fuggi’ delle nostre città, coste, borghi ed aree interne del Paese. Disordinata, perché molto resta da fare per costruire una ‘cultura del turismo slow’, a cominciare dal Codice della Strada, che nella revisione in discussione in Parlamento non va nella direzione di una maggior tutela dell’utenza fragile».