Come sempre accade in questi casi mercati cauti in attesa della Federal Reserve. Infatti i listini internazionali hanno aperto senza grandi spinte nonostante le nuove tensioni internazionali tra India e Pakistan. L’attenzione degli osservatori è però puntata verso le prossime decisioni della Fed anche se sembrano praticamente nulle le possibilità di un taglio dei tassi di interesse sia in questa riunione che nella prossima (in agenda per il 17-18 giugno) quando le probabilità saranno, secondo gli esperti, 1 su 3.
E sarà proprio nella riunione di giugno che avverrà l’aggiornamento dei cosiddetti “dot plot” e delle proiezioni economiche. Da Goldman Sachs si prevede che la Fed taglierà i tassi a luglio, settembre e ottobre nel tentativo di contrastare la debolezza economica, una voce che nei prossimi mesi assumerà importanza maggiore rispetto a quella riguardante la lotta all’inflazione.
Per quanto riguarda la riunione di oggi, invece, resta forte, comunque, l’attesa per il comunicato che sarà reso noto, soprattutto considerando la guerra mondiale dei dazi, assumeranno un peso notevole, in particolar modo sul fronte delle previsioni di fronte ad un’economia che mostra sia punti di forza che di debolezza significativi sullo sfondo di un quadro mutevole ed incerto come non mai. A poco, infatti, è servito l’atteggiamento meno aggressivo delle parole del presidente USA Donald Trump così come a poco è servito anche il fatto che la Casa Bianca abbia segnalato l’avvio di diversi accordi commerciali la cui chiusura, però, ancora non è stata ufficializzata.
Gli ultimi dati macro hanno dipinto un’economia statunitense piuttosto in ombra con un forte carico di pessimismo da parte di consumatori e dirigenti aziendali e che deve ancora prendere coscienza delle conseguenze delle ultime decisioni tariffarie sul fronte di spesa e occupazione. Pesa il dato sull’inflazione Pce in rialzo al 3,6%, dopo il 2,4% del trimestre precedente mentre il dato core è salito a sua volta al 3,5%, dopo il precedente 2,6%. Il tutto mentre il PIL vede un tasso annualizzato dello 0,3% nel primo trimestre dopo un’impennata delle importazioni. Resiste ed è forte il settore lavoro con 177.000 nuovi posti in un mese.
Pesano anche i risultati dei report su settori manifatturiero e servizi mostrano dove risalta il pessimismo per l’evolversi di inflazione e offerta a causa delle politiche sui dazi. Intanto da Bank of America fanno notare che la scorsa settimana, chiusasi al 30 aprile, si è registrato un deflusso dai titoli azionari statunitensi verso azioni estere, in particolare europee e giapponesi. Parallelamente anche l’oro e i titoli del Tesoro USA hanno registrato deflussi a differenza di altri asset, come criptovalute ed obbligazioni ad alto rendimento che invece hanno confermato un maggior appeal.