
La app fotografica ha cambiato il modo di pensare (e fare) il web
Il 6 ottobre 2010 Instagram appare per la prima volta negli store di Itunes: l’idea dei fondatori, Kevin Systrom e Mike Krieger, è quella di creare un’applicazione che permettesse agli utenti di condividere in modo istantaneo le foto scattate dallo smartphone, magari giocando con l’editing. Partita da un budget di 500 mila dollari, nell’arco di un anno passa da uno a 10 milioni di utenti, con 100 milioni di foto pubblicate che diventano 150 il mese seguente. Un successo così rapido che non può che attirare le attenzioni del primo grande inventore di social network del mondo: Mark Zuckerberg.
Il papà di Facebook acquisisce Instagram nel 2012 per circa un miliardo di dollari divisi tra denaro e azioni.
L’app cresce in modo esponenziale, facendo propri format già tentati da altri social, come Snapchat: nel 2016 introduce le stories, condannado alla sconfitta il social dei filtri, e nel 2018 arriva Instagram Tv, che consente di caricare video fino a 10 minuti di lunghezza con una dimensione del file che raggiunge i 650 Mb. Una sfida diretta al concorrente Youtube.
La fortuna di Instagram risiede nella sua versatilità: il social fotografico che tanto piace alla generazione dei Millennials unisce creatività e intrattenimento e piano piano acquisisce le caratteristiche principali dei suoi competitor, riproponendole in versioni differenti sfruttando l’onda positiva degli instagrammer più celebri. La crescita è costante. Secondo i dati di We Are Social a marzo 2020 gli utenti italiani erano 20 milioni, divisi al 49,5% uomini e 50,5% donne. Gli instagrammer rimangono online una media di 7 ore al mese, un’ora in più rispetto a Youtube.
Durante il lockdown Instagram ha lanciato il co-watching, cioè la possibilità di condividere post tramite videochiamate, ma l’innovazione più importante dell’ultimo periodo rimangono i reels. Si tratta di video brevi di 15 secondi tramite cui gli utenti in genere danno consigli, recitano scene famose di film, si truccano, condividono informazioni. Il format è lo stesso di Tik Tok, la piattaforma cinese nata nel 2018 che spopola tra gli appartenenti alla generazione Z.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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