
Dombrovskis: “I soldi a tranche e correlati ad obiettivi”
Da Bruxelles arrivano i soldi per curare l’economia globale gravemente colpita dal Coronavirus ma dopo lo slancio iniziale della notizia del via libera di un bazooka da 750 miliardi, ecco che vengono a galla i primi nodi che cominciano a far storcere il naso. E’ vero, si parla di una cifra ingente. E’ vero, il nostro Paese avrà la fetta più grossa, 172,7 miliardi di euro totali, ossia circa un quarto dell’ammontare complessivo, ma è anche vero che questi soldi dovranno essere restituiti, forse sotto forma di nuove tasse europee, e soprattutto, cosa ancora più scandalosa, non arriveranno immediatamente, almeno non tutti. Quest’anno, posto che la proposta che la von der Leyen sarà approvata dal Consiglio europeo, dall’Europarlamento e da tutti e 27 i Paesi Ue, sarà a disposizione solo una piccola quota ponte di 11,5 miliardi di euro dell’intera somma che farà parte del nuovo bilancio 2021-2027 della Ue.
Bruxelles spiega che già adesso sono disponibili le risorse previste dal programma di cassa integrazione europea e quelle della Bei, oltre al Mes, in sostanza 37 miliardi di euro per le spese dirette ed indirette generate dalla pandemia, il cui utilizzo però come sappiamo è osteggiato dal M5s.
Inoltre per accedere al Recovery fund gli Stati dovranno presentare il prossimo ottobre un piano di interventi insieme alla bozza della legge di Stabilità. I soldi del fondo saranno distribuite per il 60% entro il 2022, il resto entro il 2024 ma tutto dipenderà dal negoziato di giugno e luglio prossimi. Lo ha ribadito anche il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis che ha spiegato che i soldi non arriveranno in un’unica soluzione ai Paesi bisognosi di aiuto, ma verranno concessi in tranche ed arriveranno in maniera strettamente correlata agli investimenti. Nello specifico, i Paesi dovranno spiegare chiaramente le proprie intenzioni di spesa e al contempo le modalità con cui raggiungere i propri obiettivi. Un focus particolare sarà destinato a tematiche quali il clima e la transizione energetica.
Diversa la posizione del commissario Paolo Gentiloni che esclude ogni tipo di condizionamento, ribadendo che l’utilizzo del Fondo è su base volontaria. “Non ci saranno intrusioni da Bruxelles ed ogni Stato si assume la responsabilità della propria crescita“, ha sottolineato.
Insomma i nodi da sciogliere sono ancora tanti ed i soldi, seppur stanziati per risollevare i Paesi dalla crisi generata dal Coronavirus, non saranno pronti per un bel po’. Forse quando saranno sul piatto, i Paesi non avranno più così fame come adesso.
di: Maria Lucia PANUCCI
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