
Il premier sull’esito del voto: “Non mi sento di dire che il Governo è rafforzato. Non mi sento né in bilico né inamovibile”
Sì alle modifiche dei decreti sicurezza, “ni” al Mes, no al rimpasto. Giuseppe Conte fa il punto della situazione e lo fa subito dopo i risultati delle elezioni regionali (leggi qui) e del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari (guarda qui). Conte è consapevole del fatto che il voto è una medaglia a due facce: da un lato lo rafforza, dal’altro gli affida il non facile compito di districarsi tra il pressing del Pd e un M5S ai limiti dell’implosione. «Non ero in bilico ieri, non sono inamovibile oggi. Sono contento della squadra di Governo – ha spiegato. – Sono soddisfatto perché è una squadra coesa, tutti i ministri hanno sin qui lavorato con grande impegno e coesione. Non mi sembra che il Pd ponga il tema del rimpasto, ma pone un problema di rilancio dell’azione anche alla luce della sfida del Recovery e su questo sono assolutamente d’accordo. Io non avverto assolutamente l’esigenza di un rimpasto».
Su questo è dello stesso avviso anche Nicola Zingaretti che tranquillizza gli animi. «Sosteniamo il Governo finché questo fa le cose che servono a Paese – ha sottolineato il segretario del Pd. – Non c’è alcuna rivendicazione di posti, semmai la convinzione di poter incidere di più nell’azione di Governo e, così facendo, rafforzare il partito e la coalizione. I circa trecento miliardi di risorse europee attendono solo di essere spesi e il Partito democratico, dopo la vittoria, è la forza politica più accreditata per indirizzare gli investimenti».
Rinviato, ancora una volta, il tema del Mes su cui il premier preferisce non pronunciarsi definitivamente. «Ci sarà un piano sulla sanità, poi andremo a vedere quanto costa – ha sottolineato. – Il Mes è una questione pregiudiziale sul quale non mi pronuncio. Questo Governo sarà giudicato sul Recovery plan. Il sì o il no al fondo è una questione pregiudiziale su cui non mi pronuncio. Se e quando si porrà il problema lo affronteremo con il Parlamento in trasparenza».
Il premier ha invece colto l’appello del segretario dem Nicola Zingaretti sull’approvazione dei decreti sicurezza. «Le modifiche le portiamo al più presto – ha affermato. – Ci sarà un piano di rimpatri molto più efficiente».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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