
Tutti e tre sono accusati di aver violato i principi fondamentali del primo emendamento americano sulla libertà d’espressione
Continua l’attrito tra Donald Trump, ed i giganti del web. Dopo mesi di assenza dalle piattaforme social l’ex presidente Usa ha deciso di avviare una class action nei confronti del ceo di Twitter, Jack Dorsey, di Google, Sundar Pichai, e di Facebook, Mark Zuckerberg, che lo hanno bannato per altri due anni con l’accusa di aver diffuso informazione distorta e messaggi violenti.
Trump ha annunciato che chiederà a una corte in Florida di bloccare immediatamente la “vergognosa e illegale censura” da parte delle piattaforme social. Ha comunicato la decisione a procedere legalmente contro le Big Tech durante una conferenza stampa presso il suo golf club di Bedminster, New Jersey. «Chiediamo la fine dell’oscuramento, una messa al bando che conoscete bene perché se possono farlo a me possono farlo a chiunque. La libertà di parola è un diritto dato da Dio». Il riferimento è soprattutto a Twitter e Facebook che hanno deciso di oscurare il suo profilo a seguito dell’assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio.
L’iniziativa di Trump è resa possibile da una legge, approvata a maggio in Florida, che permette ai politici sospesi dai social di citare in giudizio le compagnie. In questa battaglia è sostenuto da America First Policy Institute, un’organizzazione no profit che continua a portare avanti le politiche dell’ex presidente.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/Chris Kleponis / POOL
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