
I funzionari di ben 7 agenzie governative cinesi hanno condotto una ispezione per individuare la presenza di eventuali rischi per la sicurezza cibernetica
Non c’è davvero pace per Didi. Dopo che Pechino l’ha rimossa dagli app store domestici per problemi legati all’utilizzo dei dati personali (guarda qui) e dopo essere stata bandita dal servizio di messaggistica di Tencent, WeChat e da Alipay di Ant Group (leggi qui), ora i funzionari di ben 7 agenzie governative cinesi hanno fatto un blitz negli uffici del colosso di ride-sharing per individuare la presenza di eventuali rischi per la sicurezza cibernetica.
Una delle agenzie coinvolte è proprio la Cyberspace Administration of China (CAC) che aveva già accusato la società di aver raccolto illegalmente i dati dei suoi utenti.
Didi è sbarcata il 30 giugno alla Borsa di New York, lanciando una delle operazioni di IPO degli Stati Uniti più grandi negli ultimi 10 anni. Ma il titolo non va affatto bene dopo tutti questi colpi. Ed anche oggi accusa il nuovo affondo, riportando un tonfo di quasi il 7% a Wall Street.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/ALEX PLAVEVSKI
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