
Nel magazzino di Tannico il machine learning è già realtà
L’automatizzazione dei processi produttivi è un obiettivo ambizioso ma necessario per le imprese che vogliono rendersi davvero competitive nel loro mercato di riferimento. Il settore del vino non è da meno e a dimostrarlo sono anche Sota, Goha e Gino: tre dei tanti robot incaricati di individuare e selezionare le bottiglie nel magazzino di Tannico. L’azienda, specializzata nella vendita online di vino, birra e superalcolici, è un virtuoso esempio di modello di business scalabile e nel suo magazzino a Castel San Giovanni, nel piacentino, sfrutta l’automatizzazione di “dipendenti” speciali.
Formare questi lavoratori è facile: grazie al machine learning, ogni robot impiega circa un mese per registrare le informazioni e cominciare a inoltrare ordini in autonomia. Il tutto con una fluidità dei lavori fisici eseguita alla perfezione: rispetto delle file, tempistiche ottimizzate, selezione dei prodotti e persino il packaging con la pellicola dei colli sono tutte incombenze lasciate ai robot.
Il bilancio macchine/uomini vede comunque prevalere la componente fatta di carne: il lavoro dei 32 robot richiede l’assistenza e il capitale umano di 10 tecnici e 40 magazzinieri. Le competenze digitali richieste per gestire un magazzino meccanizzato vanno così a sostituire “mansioni ripetitive, alienanti, come la costruzione delle scatole“, come spiega l’ad e fondatore di Tannico Marco Magnocavallo.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA