
Grazie alle deroghe ai regolamenti comunitari sbloccati 200mila ettari che potranno essere coltivati
Per far fronte ai rincari delle materie prime causati dalla guerra in Ucraina in Italia sono stati sbloccati 200mila ettari di terreni. Il decreto, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rende operative le deroghe ai regolamenti comunitari sulla Pac. La deroga permette di eliminare l’obbligo di riposo del 5% delle superfici agricole. Spiega il presidente Copagri, Franco Verrascina, che “con l’entrata in vigore del decreto si deroga a talune condizioni necessarie a ottenere il pagamento di inverdimento, dando agli agricoltori la possibilità di utilizzare, per il pascolo, la fienagione o la coltivazione, i terreni lasciati a riposo, su cui viene inoltre consentito l’utilizzo di prodotti fitosanitari”.
Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, serve una “food policy che ora non esiste e oggi molte filiere sono a rischio, come la zootecnia”. Giansanti ha spiegato che “quarant’anni fa c’era il problema di un’eccedenza produttiva: oggi, complici politiche poco lungimiranti, ci troviamo con una situazione opposta. Teoricamente, per rispondere al problema attuale di autosufficienza alimentare, dovremmo avere bisogno di oltre tre milioni di ettari in più da coltivare soltanto in Italia. Si pensi che il nostro sistema vino ha 600mila ettari vitati e quello dell’olio si estende su un milione di ettari“.
Soddisfazione da parte del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che su Facebook ha scritto: «ettari di terreni che potranno quindi essere riammessi nella filiera produttiva ed essere coltivati, contribuendo così ad aumentare il potenziale di produzione agricola destinata all’alimentazione umana e del bestiame».
Una soluzione che, secondo il Ministero, contrasterà “il forte aumento dei prezzi delle materie prime e degli impatti su domanda e offerta dei prodotti agricoli, innescati dal conflitto in Ucraina“, secondo Coldiretti la produzione aggiuntiva arriverà a essere “di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione“.
Le regioni maggiormente interessate saranno: Emilia-Romagna (20.200 ettari), Piemonte (17.544), Veneto (12.300), Lombardia (11.000) e Campania (10.500).