
Se la Guyana decidesse di cedere al corteggiamento, sarebbe il primo Paese a entrare nell’Opec da cinque anni a questa parte
La domanda globale di petrolio salirà a 110 milioni di barili al giorno in circa 20 anni, spingendo la domanda mondiale di energia del 23%, ha dichiarato lunedì il segretario generale Haitham Al Ghais dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), intervenendo alla conferenza inaugurale Energy Asia tenutasi nella capitale malese di Kuala Lumpur.
“Il petrolio è insostituibile per il prossimo futuro”, ha spiegato Al Ghais, chiarendo che “il petrolio costituirà ancora circa il 29% del mix energetico”, nei prossimi due decenni. Il segretario generale dell’Opec ha aggiunto che il sottoinvestimento nell’industria petrolifera metterà solo in discussione la fattibilità degli attuali sistemi energetici e porterà a un “caos energetico”. La previsione contraddice le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) che vede una domanda annua in calo da 2,4 milioni di barili al giorno nel 2023 a 400.000 barili al giorno nel 2028.
Inoltre, al Ghais, ha invitato la Guyana a entrare nel Cartello. Lo rivela oggi il quotidiano statunitense Wall Street Journal citando due delegati dell’organizzazione. La richiesta sarebbe stata reiterata anche dal ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman. Il Paese sudamericano, infatti, è tra i produttori di greggio in piu’ rapida crescita, grazie a recenti scoperte petrolifere che dovrebbero consentire la produzione di oltre un milione di barili al giorno da qui alla fine del decennio. Al momento, tuttavia, la Guyana ha deciso di non aderire.
Il perché lo ha spiegato allo stesso Wall Street Journal il vice presidente Bharrat Jagdeo, secondo cui il Paese deve massimizzare la produzione e i profitti nel breve termine in vista di un inevitabile calo della domanda di greggio negli anni a venire. “Al momento, l’idea è di trovare quante più risorse possibile. Non siamo sicuri di quanto tempo ci sia a disposizione”, ha osservato Jagdeo.
Secondo il vice presidente, unendosi all’Opec la Guyana rischierebbe di rallentare tale percorso dovendosi adeguare agli sforzi dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati per tagliare la produzione di petrolio a livello globale. Se alla fine la Guyana decidesse di cedere al corteggiamento, sarebbe il primo Paese a entrare nell’Opec da cinque anni a questa parte.
(foto SHUTTERSTOCK)