
Tra i dati macro da monitorare, oltre all’Ism, avremo, martedì, il Pmi Caixin servizi cinese, che dovrebbe confermare i segnali di indebolimento già giunti dall’indice Pmi nazionale
La prossima settimana sarà piuttosto scarna di eventi importanti ed inizierà con la chiusura lunedì dei mercati statunitensi per la celebrazione del Labor Day.
Gli investitori sono già con le antenne dritte in vista delle riunioni sui tassi del 14 della Bce e del 20 settembre della Fed. E questo significa che, nel frattempo, basterà poco a smuovere le acque.
Tra i dati macro in arrivo il più importante sarà, mercoledì, quello proveniente dagli Usa sull’Ism servizi, che vedremo se confermerà i segnali di peggioramento già giunti con l’analogo indice Pmi.
Da monitorare con attenzione anche i discorsi di diversi membri Bce, tra cui giovedì i falchi Knot e Holzmann, che saranno gli ultimi interventi prima della riunione del prossimo 14 settembre.
Per quanto riguarda la Fed parleranno due membri votanti del Fomc: Williams (giovedì) e Logan (venerdì), che potrebbero offrire qualche indicazione sulle future mosse della banca centrale Usa, alla luce dei segnali di debolezza dell’economia giunti di recente.
Tra i dati macro da monitorare, oltre all’Ism, avremo, martedì, il Pmi Caixin servizi cinese, che dovrebbe confermare i segnali di indebolimento già giunti dall’indice Pmi nazionale.
Sempre dalla Cina arriverà, giovedì, il dato sulla bilancia commerciale di agosto, importante indicatore dello stato di salute non solo dell’economia interna ma anche del commercio globale in generale. Infine, in Germania verranno pubblicati mercoledì i dati sugli ordini di fabbrica e giovedì quelli sulla produzione industriale, attesi entrambi in calo rispetto al mese precedente.
Relativamente alle banche centrali da segnalare che in settimana si riuniranno, martedì quella dell’Australia e giovedì quelle di Canada e Polonia, con le prime due che dovrebbero mantenere i tassi fermi, mentre per quanto riguarda Varsavia gli economisti sono divisi tra tassi invariati ed un taglio di un quarto di punto.
Ad agosto Wall Street ha registrato il primo calo mensile da febbraio, nonostante il rimbalzo della settimana appena trascorsa, il quale è legato a un fattore negativo: il raffreddamento del mercato del lavoro a stelle strisce. Venerdì scorso gli occupati Usa sono saliti più del previsto, ma il tasso di disoccupazione è cresciuto al 3,8%, più dell’atteso 3,5%, mentre le retribuzioni medie orarie sono cresciute meno del previsto a +4,29%, contro l’atteso +4,4%.
Ora gli analisti restano convinti che la Fed si prenderà una pausa a settembre e che probabilmente non farà niente fino alla fine dell’anno, anche se la percentuale di trader che scommette su questa prospettiva e’ sceso dal 50% al 35%.
(foto SHUTTERSTOCK)