
Inoltre il 42% dei quasi 10mila procedimenti disciplinari conclusi hanno portato all’applicazione di una sanzione minore
Stando ai dati diffusi dal ministero per la Pubblica Amministrazione, nell’arco del 2022 sono stati avviati 11.314 procedimenti disciplinari negli enti pubblici italiani. Eccezion fatta per 776 sospensioni per procedimento giudiziario e 678 casi che sono ancora in corso, nella stragrande maggioranza dei casi (9.860) la sorte dei dipendenti pubblici finiti nel mirino dei propri superiori è già stata segnata.
Posto che i dati 2022 non sono ancora stabilizzati, ad esempio alla luce delle comunicazioni mancanti, la comparazione dei numeri 2021 e 2022 potrebbe essere soggetta a delle variazioni.
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Comunque, allo stato attuale, si rileva un calo del 6% dei procedimenti avviati nel corso dello scorso anno rispetto al precedente in cui erano stati 12.075.
Come emerge da un approfondimento di Centro Studi Enti Locali (CSEL), per Adnkronos, basato sui dati del dipartimento della Funzione pubblica, nel 31% dei casi (3.020 su un totale di 9.860 casi avviati nel 2022 e ora giunti a conclusione) i procedimenti disciplinari nati in seno alle amministrazioni pubbliche italiane si sono tradotti in un’archiviazione o un proscioglimento. Il 42% dei quasi 10mila procedimenti disciplinari conclusi hanno portato all’applicazione di una sanzione minore.
Le sanzioni più gravi – sospensione e licenziamento – sono state inflitte a 2.685 dipendenti pubblici. Nello specifico, sono state sospese 2.075 persone (21% del totale) e sono stati licenziati 610 lavoratori del mondo pubblico (6%) provenienti, in gran parte, da ministeri e Agenzie statali (234) e dal mondo della sanità (191). Solo 115 i dipendenti licenziati negli oltre 7.900 Comuni italiani, 27 quelli eliminati dagli organici delle Regioni, 12 quelli che lavoravano nelle Province e sei quelli provenienti da scuole e università.
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(foto ANSA)