“Nel Dl Agosto sono stati messi a punto interventi positivi ma è necessario fare di più per turismo e commercio”
«Le ripercussioni del lockdown sull’economia sono più pesanti del previsto e il dato definitivo sulla variazione del PIL nel secondo trimestre, è purtroppo peggiorativo rispetto alle anticipazioni di un mese fa. Una revisione al ribasso che testimonia la grave eredità del periodo di chiusura, che rischia di condizionare a lungo il sistema economico». A commentare così le stime relative al Pil dell’Istat (leggi qui) è l’Ufficio Economico della Confesercenti che sottolinea come gli effetti dell’interruzione delle attività sono ancora molto forti. «Si consideri, ad esempio – prosegue Confesercenti – che la caduta dei consumi privati è del -11,3% rispetto al trimestre precedente e – 17,3% rispetto al 2019, e che alla riapertura dopo la pausa estiva la fiducia di famiglie e imprese perde, rispettivamente, quasi 18 punti e più di 8 punti rispetto al 2019. Particolarmente incerte sono poi le condizioni sul mercato del lavoro».
Tuttavia, per l’associazione l’eredità più pesante della recessione pandemica è costituita dalle “ampie distruzioni settoriali“. «In primo luogo – spiega Confesercenti – vi è quella legata al turismo internazionale con una perdita permanente, ossia non recuperabile e con la ripresa del pil, nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Pesanti anche le ripercussioni subite dal commercio a causa delle nuove modalità di lavoro che hanno di fatto desertificato aree metropolitane tradizionalmente caratterizzate da forti flussi giornalieri di lavoratori».
In tale scenario, per sanare le profonde ferite lasciate dal lockdown che potrebbero condizionare a lungo il tessuto imprenditoriale, causando lacerazioni permanenti, Confesercenti auspica “uno scatto in avanti” che punti con decisione ad accelerare il percorso di ripresa della nostra economia. «Da questo punto di vista – secondo l’Associazione – il Dl Agosto contiene interventi importanti, ma le maglie dei provvedimenti sono troppo strette e rischiano di escludere molte Pmi dai sostegni. Necessario, inoltre fare di più per commercio, pubblici esercizi e turismo ampliando i sostegni alle imprese e riformando fisco e lavoro in direzione di una maggiore flessibilità, dando, allo stesso tempo, un nuovo slancio all’innovazione, utilizzando le risorse europee per investire in infrastrutture materiali ed immateriali e finanziare la formazione diffusa per le micro e piccole imprese».
di: Maria Lucia PANUCCI
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