
Bar chiusi alle 22 a Parigi e nel nord della Francia. Allentate le misure a Melbourne, in Australia. Dall’Italia il ministro Speranza invita alla prudenza e alla massima responsabilità
La Spagna acquista un brutto primato. Con un totale di contagi da inizio pandemia salito a quota 716.481, la più alta in Europa, il Paese è al top della classifica nel vecchio Continente per numero di contagi, mentre a livello globale sono gli Stati Uniti ad essere i più colpiti. E così valuta nuovi provvedimenti. Da stanotte a Madrid, da giorni in conflitto con il Governo e ieri teatro di proteste contro le restrizioni antivirus, nuove aree, con milioni di cittadini, sono state sottoposte al divieto di movimento se non per motivi di lavoro, di studio o cure mediche. Lo riporta l’agenzia Efe.
Migliora leggermente la situazione in Francia. Dopo aver superato quota 16.000 contagi quotidiani, ora il numero dei nuovi positivi è sceso a 11.123 ma il calo è dovuto all’abituale conteggio di fine weekend, limitato per la chiusura di molti negozi e laboratori di analisi privati. Dopo le restrizioni a Marsiglia (leggi qui), anche Parigi si appresta stasera a rendere operative le nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e sul divieto di vendere alcol dalle 22. Restrizioni che sono scattate in tutto il nord della Francia con l’obiettivo mirato di dissuadere la popolazione dall’organizzare feste in appartamenti privati aggirando così il divieto di assembramento nei pubblici spazi.
E c’è chi ora propone un “lockdown d’Avvento”, dall’1 al 20 dicembre, per salvare il Natale consentendo alle famiglie di riunirsi e limitare allo stesso tempo i danni all’economia e alle scuole. L’idea è stata proposta alle autorità francesi da due economisti vincitori del premio Nobel, Esther Duflo e Abhijit Banerjee: le persone, secondo la coppia di studiosi, potrebbero essere incoraggiate a fare i loro acquisti natalizi a novembre e questo blocco eviterebbe di cancellare del tutto il Natale e l’eventualità di dover imporre un lockdown più severo più avanti, se le festività di fine anno dovessero innescare un’ondata di infezioni ancora peggiore di quella in corso.
In Russia nelle ultime 24 ore sono stati registrati 8.135 casi, il dato più alto dallo scorso 16 giugno. Nella capitale, come previsto dall’ordinanza del sindaco Serghei Sobyanin, da oggi i cittadini al di sopra dei 65 anni sono invitati (ma non obbligati) a restare in casa e alle aziende è stato chiesto di privilegiare lo smart-working ove possibile.
Invece il coprifuoco notturno in vigore a Melbourne, in Australia, da quasi due mesi per arginare i contagi, è stato tolto grazie a un netto calo del numero di nuove infezioni, solo cinque nell’arco delle 24 ore secondo l’ultimo bilancio, la cifra più bassa dal 12 giugno ad oggi. I cinque milioni di abitanti sono stati sottoposti a drastiche restrizioni nelle ultime settimane che da oggi saranno allentate. Potranno così tornare ad operare i settori edile e manifatturiero. I vivai hanno riaperto e sono riammesse le cerimonie religiose sebbene per un piccolo numero di persone alla volta. Al momento resta però in vigore l’obbligo di rimanere a casa e il divieto di viaggiare oltre un raggio di cinque chilometri, se non in caso di necessità o per lavoro. Le attività non essenziali, compresi i ristoranti, restano chiuse, nonostante le proteste degli imprenditori.
Intanto dall’Italia arriva un monito dal ministro della salute Roberto Speranza: «Un milione di persone hanno perso la vita per il Covid in tutto il mondo. È un numero impressionante e purtroppo ancora in crescita. Dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per combattere il virus, puntando sulla ricerca scientifica per cure e vaccini efficaci e sicuri. Nel frattempo ciò che fa davvero la differenza restano i comportamenti corretti di ciascuno di noi. Servono ancora massima attenzione, serietà e prudenza».
di: Maria Lucia PANUCCI
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