
La perdita prevista per il 2020 sale al 70%
Palestre e piscine, ma in generale tutti i centri sportivi, sono le realtà che hanno subito maggiormente gli effetti negativi della seconda ondata di contagi da coronavirus. Con l’ultimo Dpcm il governo Conte ha predisposto una nuova chiusura, costringendo i 100 mila centri a trovare modi innovativi, sempre più digital, per continuare a lavorare e mettendo a rischio non solo l’esistenza degli stessi centri ma anche il futuro del milione di lavoratori che lavorano nel settore.
L’Associazione nazionale impianti sport & fitness, palestre piscine e campi sportivi, Anif, ha previsto una perdita di 8,5 miliardi, circa il 70% dei 12 miliardi fatturati nel 2019.
«Per stimare il danno economico – spiega Giampaolo Duregon, presidente dell’Anif – dobbiamo ragionare su tutto il periodo della pandemia, sperando di esserne fuori entro la primavera del 2021. La situazione è che nei primi 2 mesi del 2020, gennaio-febbraio, eravamo già in perdita per l’imminente arrivo del Covid in Italia. Nei tre mesi successivi, da marzo a maggio, la perdita è stata totale a causa del lockdown, mentre nei seguenti quattro mesi, da giugno a settembre, è stata al 50%. A ottobre la perdita è del 40% mentre a novembre sarà totale».
Al momento infatti, coloro che desiderano praticare attività sportiva possono farlo solo negli spazi all’aperto oppure tramite lezioni su piattaforme come Skype o Zoom.
«Nel caso si riaprissero gli impianti da dicembre in avanti – continua il presidente di Anif – avrebbero comunque un flusso economico non superiore al 20/30% rispetto all’anno precedente. Per il 2020 prevediamo un calo sostanziale pari al 70%, considerando che il totale del flusso economico annuo dei 100mila centri sportivi è 12 miliardi, solo per il 2020 il danno economico è di otto miliardi e mezzo circa».
Con il decreto ristoro il Governo ha previsto un’indennità di 800 euro per i lavoratori del settore per cercare di mitigare gli effetti della crisi (leggi qui).
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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