
Le prime vaccinazioni dovrebbero partire a fine gennaio, l’auspicio è di arrivare a tutti gli italiani
Il tema dei vaccini è certamente il più dibattuto in questo periodo. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha spiegato ai microfoni di Raitre che le prime vaccinazioni in Italia dovrebbero iniziare nell’ultima parte di gennaio.
«Nel corso dei prossimi 15 mesi – ha svelato Arcuri – l’Italia potrebbe ricevere oltre 200 milioni di dosi di vaccino». Questo, però, solo nell’ipotesi in cui gli istituti di certificazione europei e italiani forniscano le certificazioni dei vaccini arrivati alla fase di sperimentazione. «All’Italia spetta il 13,5% delle dosi che le case produttrici forniranno – ha ribadito – e ogni persona riceverà due dosi».
Il mese di settembre di cui si è già parlato, è tornato a essere indicato come data ultima in cui sarà possibile vaccinare tutti gli italiani, potenzialmente, perché il Paese disporrà delle dosi sufficienti.
Per quanto riguarda il metodo di conservazione e somministrazione, Arcuri ha spiegato che il vaccino della Pfizer è il più complesso da conservare perché va tenuto a -80 gradi: pertanto in questo caso, i primi 300 punti in cui ci si potrà vaccinare saranno 300 presidi ospedalieri, da cui le dosi verranno spostate con l’aiuto dell’esercito verso le Rsa. «Il vaccino va conservato, distribuito e somministrato con il massimo livello possibile di sicurezza scientifica e fisica – ha aggiunto Arcuri – e quindi preservato da eventuali problemi».
Come abbiamo anticipato ieri (leggi qui), l’hub sarà l’aeroporto di Pratica di Mare, da cui possono partire aerei, elicotteri e mezzi su gomma in grado di trasportare le dosi nei 1.500 punti di somministrazione. «È il luogo più sicuro e grande che abbiamo» ha concluso Arcuri.
Infine, il commissario ha parlato del dibattuto tema dei migranti: «hanno diritti uguali a quelli dei cittadini italiani – ha spiegato – sarebbe molto importante che tutte le persone che attraversano le nostre strade, e che non lo facciano clandestinamente, possano essere sottoposte alla vaccinazione».
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
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