
Da febbraio obbligatoria l’indicazione di luogo di nascita, allevamento e macellazione
Il 2021 è un anno di grandi cambiamenti per la tavola e i prodotti tipici del made in Italy. Lo scorso primo febbraio è entrato in vigore il nuovo obbligo per le carni suine lavorate, che devono presentare una nuova etichetta di origine con informazioni più chiare per il consumatore, in cui sia indicato il Paese di nascita degli animali, il Paese di allevamento e quello di macellazione, e questo vale sia per i prosciutti, sia per i salami, sia per tutti gli altri tipi di insaccato.
Se le tre fasi sono avvenute nello stesso Paese basterà indicare l’origine del prodotto, e per inserire la dicitura 100% italiano adesso è necessario che gli animali siano nati, cresciuti e macellati in Italia. Rimane possibile l’inserimento dei più generici Origine Ue e Origine extra Ue.
Il decreto che ha introdotto le nuove regole è sperimentale e rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2021, dopodiché dipenderà dal giro di vite dell’etichetta, che ha messo l’Italia in una posizione solitaria contro l’Unione Europea, con Coldiretti che si è scagliata contro la bozza del Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei che prevede l’inserimento di etichette allarmistiche come quelle che si trovano sulle sigarette per alcuni prodotti tipici del made in Italy come vino e carne, appunto (ne abbiamo parlato qui).
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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