
L’azione è volta a risolvere la crisi del mercato immobiliare che secondo Barclays dovrà già affrontare una riduzione della domanda di uffici pari al 30%
Duro colpo per Airbnb. La Corte di giustizia europea si è schierata a favore delle città europee impegnate nella repressione degli affitti a breve termine di case private. Secondo i giudici UE, i Comuni hanno il diritto di imporre un “regime di autorizzazione”. Dunque, le autorità locali, sulla base di una legge nazionale, potranno chiedere legalmente che l’affitto breve delle seconde case sia regolarizzato. L’obiettivo è quello di risolvere la crisi del mercato immobiliare che secondo Barclays deve già affrontare una riduzione della domanda di uffici pari al 30% e tutelare la locazione di lunga durata.
I giudici a Lussemburgo hanno appoggiato le normative francesi, secondo le quali nei Comuni con oltre 200.000 abitanti e in tre dipartimenti limitrofi di Parigi i locali destinati alla locazione ripetuta e per brevi periodi siano soggetti ad autorizzazione preventiva. «La Corte ha rilevato che la normativa in questione mira a stabilire un dispositivo per far fronte alla scarsità di alloggi destinati alla locazione di lunga durata con l’obiettivo di rispondere al peggioramento delle condizioni di accesso agli alloggi e all’esacerbarsi delle tensioni nei mercati immobiliari, il che costituisce un motivo imperativo di interesse generale», spiega la Corte di Giustizia dell’UE in un comunicato.
Questa decisione potrebbe seriamente ostacolare il sito di homesharing Airbnb che fonda il suo business proprio sull’affitto a breve termine e che potrebbe portarlo a rivedere nuovamente i piani per una possibile quotazione a Wall Street.
Dopo infatti il tentativo non andato a buon fine del 2016, il colosso degli affitti brevi aveva presentato in via confidenziale alla Securities and Exchange Commission i documenti per la sua offerta pubblica iniziale per far sbarcare il titolo sulla piazza americana entro la fine del 2020. Anche se con il Coronavirus la valutazione di mercato della compagnia è scesa dagli oltre 30 miliardi di dollari del 2017 agli attuali 18 miliardi, non ha mai abbandonato questo traguardo.
Resterà da vedere ora come l’azienda riuscirà a far fronte a questa nuova limitazione, fortemente voluta anche e soprattutto per evitare che il settore del real estate cada ulteriormente in una crisi ancor più profonda di quella attuale.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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