L’indice Bloomberg Commodity Spot è salito al livello più alto in quasi un decennio
Con l’arrivo dei dati delle trimestrali delle più importanti società mondiali di diversi campi, è aumentato il rischio che si verifichino fenomeni di “colli di bottiglia” nelle catene di approvvigionamento e aumenti nei prezzi delle materie prime. Questo fa crescere i timori su una crescita veloce dell’inflazione.
Tra le materie prime che stanno creando i problemi più grandi ci sono i semiconduttori (lo abbiamo visto qui), l’acciaio, il legname e il cotone.
Basti pensare che i future sul legname di luglio sul Chicago Mercantile Exchange sono arrivati a toccare i 1.541 per mille piedi tavolari, che è il livello più alto mai registrato. I prezzi sono quadruplicati nell’anno della pandemia e questo ha spinto le aziende a incrementare la domanda, con le segherie che di conseguenza registrano forti pressioni sulle scorte.
Stesso discorso vale anche per il mais: i future sono saliti sopra i 7 dollari. L’indice Bloomberg Commodity Spot, che replica l’andamento dei prezzi di 23 materie prime, è salito al livello più alto in quasi un decennio negli ultimi giorni. «Una preoccupazione sono i prezzi, con un aumento record delle tariffe del settore dei servizi che evidenzia come le pressioni inflazionistiche non siano affatto limitate al settore manifatturiero – ha spiegato Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit – gli indicatori delle pressioni sui prezzi e dei vincoli di capacità dovranno essere monitorati attentamente per valutare se tali aumenti di prezzo sono transitori».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/NYUNT WIN
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