
Nel 2021 l’interscambio fra i due Paesi ha superato quota 20 miliardi, coinvolgendo oltre 300 imprese, banche e grandi gruppi
Il conflitto esploso in Ucraina (qui i passaggi principali della crisi) non porta con sé solo conseguenze catastrofiche per i Paesi coinvolti, ma avrà un colpo di coda indiretto anche su migliaia di imprese che intrattengono rapporti commerciali con la Russia.
Non è da meno l’Italia: ad oggi sono almeno 300 le imprese tricolore che rischiano di pagare cara l’invasione dell’Ucraina.
L’interscambio complessivo tra Roma e Mosca, stando ai dati dell’agenzia Ice, nei primi 11 mesi del 2021 ha toccato quota 20 miliardi di euro. In questa bilancia l’equilibrio è spostato verso la Russia: l’Italia esporta 7 miliardi di euro ma al contempo ne importa 12,6 miliardi, per l’80% gas e materie prime.
Nell’ultimo periodo l’equilibrio si stava nuovamente spostando verso il nostro Paese, con la ripresa del Made in Italy dopo la paralisi dovuta al Covid: nel primo semestre del 2021 l’export verso Mosca aveva fatto registrare 3,6 miliardi di euro (+13,3% rispetto al medesimo periodo nel 2020).
Nello stesso periodo l’import della Russia ha registrato 3,9 miliardi, segnando il +35,7% e attestandosi in 14esima posizione fra le destinazioni mondiali delle merci italiane.
In termini di export l’Italia in Russia vende soprattutto il lusso e l’abbigliamento: i magnati russi sono fra gli acquirenti più fedeli dei marchi del Made in Italy, da Moncler a Brunello Cucinelli, da Ferragamo a Tod’s, tanto l’anno scorso il valore esportato ha superato quota 1,3 miliardi. Fra i prodotti tricolori esportati in Russia anche macchinari, apparecchi elettronici e articoli chimico-farmaceutici.
Fra la merce importata nel nostro Paese da Mosca prevale soprattutto il gas naturale che, da solo, rappresenta il 43% dell’import del Paese (dati 2020). Al gas si aggiungono altre materie prime quali i metalli (qui abbiamo parlato della crisi del titanio), il petrolio (qui gli aggiornamenti in merito) e i minerali.
C’è poi la questione delle banche. Fra gli istituto di credito italiani più esposti al rischio c’è Unicredit, fra i principali prestatori occidentali di Mosca insieme alle banche francesi e austriache. Abbiamo visto qui le prime misure intraprese dalla Banca centrale russa in seguito all’esplosione del conflitto e allo scattare delle sanzioni internazionali.
Non solo banche e Made in Italy: il commercio Italia-Russia coinvolge anche tutti i principali gruppi dell’automotive, da Pirelli a Buzzi e Recordati, fino a Stellantis.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI
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