
“Metà degli impianti industriali rischia di andare a scartamento ridotto”
«Se abbiamo l’inflazione core all’1,7%, mentre in Europa è al 3%, è perché abbiamo assorbito nelle nostre filiere gli aumenti delle materie prime, quando le troviamo, e dell’energia. Ci stiamo tenendo dentro questi aumenti ma oggi non possiamo più reggere. Produrre è diventato antieconomico». Lo ha detto senza mezzi termini il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, concludendo il convegno organizzato da industriali piemontesi e Intesa Sanpaolo.
Secondo Bonomi il 16% delle aziende italiane, già oggi, ha sospeso o ridotto le produzione e se proseguiremo con queste condizioni, nei prossimi tre mesi, un altro 30% delle imprese italiane ridurrà o sospenderà le produzioni. «Vuol dire che metà degli impianti industriali andrà a scartamento ridotto. E questo è un problema non solo per le imprese, è un problema per il Paese», ha avvertito.
Il Centro studi di Confindustria lo scorso 2 aprile ha tagliato la crescita del pil 2022 dell’Italia a +1,9%, un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti) rispetto alle stime dello scorso ottobre quando tutti i previsori erano concordi su un +4%. Considerando il +2,3% di crescita acquisita per l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso, l’Italia entrerebbe così in una recessione tecnica con un calo di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri. La previsione per il 2023 è per una crescita del pil del +1,6%.
«La crescita dovrebbe essere la stella polare di questo Paese – ha continuato Bonomi – peccato che spesso le decisioni non vanno proprio in questa direzione, molte volte sono indirizzate al dividendo elettorale e poiché l’industria non vota, ha meno attenzione. Per decenni si è deciso di spingere sulla spesa corrente e non sugli investimenti perché la spesa corrente vale per il dividendo elettorale. Sono orgoglioso di rappresentare tutti gli imprenditori italiani che oggi sono degli eroi civili ma, come spesso accade, non sempre vengono riconosciute subito le gesta degli eroi».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
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