Le parole chiave degli emendamenti al testo di legge sono semplificazione e digitalizzazione
A che punto è la riforma del Fisco? Vediamo quali sono le novità in arrivo in base agli ultimi emendamenti presentati al testo che riguardano, fra le altre cose, la flat tax, il cashback fiscale e il superamento dell’Irap.
Partiamo dalla flat tax. La discussione del testo sembra andare verso un nuovo impianto orientato a favorire l’emersione degli imponibili. In particolare si starebbe pensando a uno scivolo di due anni per i lavoratori autonomi che escono dal regime forfettario (quindi al superamento dei 65mila euro annui) e si apprestano ad accedere a quello ordinario.
Durante questo scivolo è prevista un’imposta opzionale per chi supera il tetto di compensi e ricavi (fino a un tetto massimo ancora da determinare), al netto di meccanismi applicativi per scongiurare comportamenti elusivi.
Una quota di questa flat tax potrebbe essere destinata ai Comuni e alle Regioni, in base all’indirizzo di residenza dei contribuenti.
C’è poi il nodo delle aliquote sugli investimenti. Al momento sono state fissate due nuove aliquote sui redditi derivanti dall’impiego del capitale, mercato immobiliare compreso, al 15% e al 26%. La discussione su questo tema è ancora aperta, viste le rimostranze del centrodestra secondo cui queste aliquote sarebbero ancora troppo alte.
Per quanto riguarda il cashback fiscale sulla detrazione delle tasse, la maggioranza starebbe pensando di dare la priorità alle spese sociosanitarie, che diventerebbero esenti da “oneri aggiuntivi per la finanza pubblica“. La misura è relativa ad acquisti tracciabili di beni e servizi detraibili e i rimborsi fiscali verrebbero erogati telematicamente.
Restando nell’ambito delle detrazioni, è previsto anche che le risorse ricavate dall’eliminazione o rimodulazione delle deduzioni siano destinate ai contribuenti Irpef, in particolare quelli con redditi medio-bassi.
La riforma fiscale si muove anche in direzione del superamento dell’Irap, in particolare per “società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti“, senza però che questo generi “aggravi di alcun tipo sui redditi da lavoro dipendente e da pensione“.
Il tutto, seguirà un generale obiettivo di semplificazione. A partire dalla razionalizzazione delle sanzioni amministrative, atta ad assicurare “gradualità e proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni commesse, con particolare attenzione alle violazioni formali o meramente formali“.
In ossequio al principio di semplificazione, il Fisco non potrà richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche, smaltendo le trafile burocratiche per il cittadino. Allo stesso scopo si punta al “pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché alla piena realizzazione dell’interoperabilità delle banche dati“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
Potrebbe interessarti anche: