
L’emendamento in esame da lunedì a Montecitorio prevede una forbice di temperatura tra i 19 e il 27 gradi volta al risparmio e al taglio degli sprechi
Cambiano le temperature della Pubblica Amministrazione: le commissioni Ambiente e Attività produttive, infatti, hanno approvato un emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle per il decreto bollette che ridimensiona l’uso di termosifoni e condizionatori degli uffici pubblici.
Nel dettaglio, dal 1° maggio al 31 marzo 2023 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi in inverno, mentre in estate non dovrà essere minore dei 27 gradi, con due gradi di tolleranza.
Dopo oltre un mese dalla presentazione, il decreto Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali arriverà a Montecitorio lunedì per il via al processo di conversione. Il provvedimento include manovre per quasi 8 miliardi, di cui 5,5 saranno destinati al caro energia e il resto a sostegno delle filiere produttive.
Il passaggio rappresenta una buona occasione “per semplificare ulteriormente alcuni settori, soprattutto delle energie rinnovabili“, come spiega il relatore pentastellato Antonio Federico. Tra le misure previste, infatti, ci sono anche: l’esenzione dell’imposta di registro per gli immobili dati in comodato d’uso a profughi provenienti dall’Ucraina; la semplificazione della procedura di installazione di un impianto fotovoltaico che viene estesa alle opere connesse; la destinazione alle piccole e medie imprese gasivore di un terzo della produzione nazionale di gas a prezzi calmierati; l’istituzione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, il 16 febbraio; gli obblighi di rendicontazione per l’Arera sulle risorse utilizzate per il taglio delle bollette
di: Alessia MALCAUS
FOTO: PIXABAY
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