Il Fmi rivede al ribasso la crescita di Eurozona e Stati Uniti a causa di gas, Covid e inflazione
Buone notizie arrivano per l’Italia dal fronte economico. Il Fondo Monetario Internazionale, nella sua ultima revisione del World Economic Outlook appena pubblicata, ha rialzato le stime di Pil al 3% per il 2022 (+0,7 punti) mentre le ha tagliate per il 2023 di un punto al +0,7%.
Il nostro è l’unico grande Paese dell’Eurozona con una revisione migliorata: per l’area della moneta unica nel suo complesso le previsioni vengono attestate rispettivamente a +2,6% (-0,2 sulla precedente stima) e a +1,2% (-1,1) mentre per l’economia mondiale l’espansione si colloca rispettivamente al +3,2% (-0,4) e al +2,9% (-0,7%).
Anche la crescita di base negli Stati Uniti è rivista al ribasso di 1,4 punti percentuali e 1,3 punti percentuali rispettivamente nel 2022 e nel 2023, riflettendo un aumento più debole del previsto nel primo di due trimestri del 2022, con uno slancio significativamente inferiore nei consumi privati, in parte riflettendo l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie e l’impatto atteso di una politica monetaria più restrittiva.
«Una timida ripresa nel 2021 – si legge nell’Outlook – è stata seguita da sviluppi sempre più cupi nel 2022 quando i rischi hanno iniziato a materializzarsi. La produzione mondiale si è contratta nel secondo trimestre di quest’anno, a causa delle flessioni in Cina e Russia, mentre la spesa per consumi negli Stati Uniti ha deluso le aspettative. Diversi shock hanno colpito un’economia mondiale già indebolita dalla pandemia: inflazione mondiale superiore alle attese, soprattutto negli Stati Uniti e nelle principali economie europee, che ha innescato condizioni finanziarie più restrittive; un rallentamento peggiore del previsto in Cina, che riflette focolai e blocchi di COVID-19; e ulteriori ricadute negative dalla guerra in Ucraina».