A livello nazionale, il PMI in Italia si è indebolito a 48,5 punti dai 50,9 precedenti, risultando al di sotto dei 49,1 del consensus
Finisce in recessione l’attività manifatturiera dell’Eurozona. A luglio l’indice in questione scivola a 49,8 punti, in calo rispetto al precedente 52,1 punti, ma leggermenbte meglio della previsione che parlava di 49,6 punti. Si evince dall’ultimo report di S&P Global sui PMI. Il dato si attesta così al di sotto della soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque fra recessione ed espansione.
In Italia gli ultimi dati Pmi mostrano che il settore manifatturiero è entrato in territorio di contrazione nel mese di luglio. A fare da freno è stato il calo più rapido di nuovi ordini dai tempi in cui le restrizioni anti Covid furono più severe. In particolare l’indice è sceso dal 50,9 di giugno al 48, 5 di luglio. «A luglio, il settore manifatturiero italiano ha affrontato nuove sfide, con un peggioramento della salute del settore per la prima volta da giugno 2020, a causa di un nuovo calo della produzione industriale e del più forte crollo dei nuovi ordini dall’apice delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19 nell’aprile 2020 – ha dichiarato Lewis Cooper, Senior Economist di S&P Market Intelligence. – La performance più debole ha anche spinto le aziende a ridurre gli acquisti, il ché ha contribuito a mitigare leggermente i problemi di approvvigionamento».
Tra le altre economie il PMI della Germania è sceso a 49,3 punti rispetto ai 52 precedenti e ai 49,2 attesi. Il dato della Francia si è attestato a 49,5 punti dai 49,6 precedenti ed attesi, mentre la Spagna registra un peggioramento a 48,7 punti dai 52,6 del mese precedente e rispetto ai 50,2 attesi.
«L’industria manifatturiera dell’Eurozona sta sprofondando in una crisi sempre più marcata, accrescendo il rischio di recessione dell’area. I nuovi ordini stanno già calando a un ritmo che, escludendo i mesi di blocco per la pandemia, è il più forte dalla crisi del debito del 2012, e ci si può ancora aspettare di peggio», ammette il capo economista di IHS Markit, Chris Williamson.