
Patuanelli accusa le “passerelle elettorali” degli alleati di Governo e rilancia la riforma sulla delocalizzazione
Prosegue anche a distanza la querelle fra il Ministero del Lavoro e Wartsila. Il ministro Andrea Orlando torna a spendere pesanti parole contro l’azienda, responsabile di una “condotta inaccettabile“.
«Non abbiamo intenzione di abbassare la guardia» scrive Orlando in un post. Questa mattina il ministro è atteso ad un presidio dei lavoratori riunitosi davanti allo stabilimento Wartsila di Bagnoli, in provincia di Trieste: «la difesa del mercato non si può tradurre nel diritto di distruggere la capacità di uno stabilimento che funziona» scrive ancora Orlando.
La settimana scorsa la società finlandese, che ha annunciato uno stop della produzione nello stabilimento, aveva ribadito “lo svolgimento del proprio operato in conformità al quadro legislativo italiano” oltre alla “piena volontà e disponibilità a collaborare con i sindacati e le Istituzioni per identificare le misure a sostegno dei suoi lavoratori“.
Una manifestazione che accende anche il dibattito politico interno, con il ministro uscente alle Politiche agricole, alimentari e forestali, il pentastellato Stefano Patuanelli.
«Non mi piacciono le passerelle elettorali – dice il ministro da Udine. – Oggi alcuni politici andranno a Trieste alla manifestazione degli operai Wartsila. Ricordiamo però che contro le norme anti delocalizzazione si sono schierati in questi mesi Giorgetti e la Presidenza del Consiglio, bloccando la riforma portata avanti dal MoVimento 5 Stelle».
«Alla riforma avevamo lavorato con il sottosegretario Alessandra Todde e lo stesso Ministro Orlando dunque prima di dire che le colpe sono da ricercare chissà dove, occorre dire la verità agli operai – attacca ancora Patuanelli. – L’agenda Draghi era anche questo».