
La holding degli Agnelli, nel suo ultimo anno a Piazza Affari, ha dovuto affrontare la prestazione disastrosa di PartnerRe, compagnia assicurativa ceduta a luglio alla francese Covea
Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha chiuso la prima metà del 2022 con un utile consolidato di 265 milioni di euro a fronte degli 838 milioni dello stesso periodo del 2021.
Il calo di 573 milioni di euro dell’utile netto – spiega Exor – è attribuibile in gran parte al risultato negativo riportato nel semestre da PartnerRe (pari a circa 1 miliardo), solo parzialmente compensato dall’utile registrato dalle altre partecipate, tra le quali Stellantis, Ferrari e Cnh Industrial.
In calo anche il Net Asset Value (Nav), cioè il valore al netto del debito degli asset posseduti da Exor, che ammonta al 30 giugno a 25,5 miliardi rispetto ai 31 miliardi al 31 dicembre 2021.
In crescita, invece, il patrimonio netto consolidato attribuibile ai soci della controllante, pari a 18 miliardi di euro, 1,3 miliardi in più rispetto alla fine del 2021.
I conti del semestre non riflettono ancora l’operazione PartnerRe, ceduta a luglio alla compagnia francese Covea, che ha portato 9,3 miliardi di dollari nelle casse della holding. Una mole di risorse notevole che Elkann potrà investire nei settori considerati strategici: il lusso, le tecnologie e la salute.
Proprio in quest’ultimo campo Exor si è alleata con l’Institut Me’rieux, fondato 125 anni fa a Lione e realtà di eccellenza nella lotta alle malattie infettive e ai tumori, con un investimento di 833 milioni.
La holding ha già trasferito la quotazione delle azioni ordinarie a Euronext Amsterdam e si prepara a lasciare Piazza Affari: il delisting da Euronext Milano sarà effettivo il 27 settembre.
L’operazione e’ stata decisa per semplificare l’assetto organizzativo in quanto la società sarà soggetta alla vigilanza di un solo ente regolatore nazionale: la Ducth Authority for the Financial Markets (Afm). Per effetto dei buyback effettuati finora, Exor detiene un totale di 11.378.632 azioni ordinarie (4.72% sul totale del capitale sociale emesso).