
Lo scorso anno innovazione e disponibilità di opere di qualità hanno favorito la crescita del fatturato complessivo del +67,4% rispetto al 2020 e del +17,7% rispetto al 2019
Il mercato dell’arte nel 2021 ha superato i livelli preCovid. Emerge dall’ultimo Art & Finance report di Deloitte Private dedicato al mondo dell’arte e dei beni da collezione. Nel rapporto si spiega che lo scorso anno innovazione e disponibilità di opere di qualità hanno favorito la crescita del fatturato complessivo del +67,4% rispetto al 2020 e del +17,7% rispetto al 2019, con riferimento alle aste sia in digitale che in presenza.
Nel primo semestre 2022, la crescita è proseguita per una quota pari a circa il 9% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’analisi di Deloitte è stata presentata oggi a Firenze a Palazzo Strozzi, in occasione dell’evento “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione”.
A dominare il mercato dell’arte, si evidenzia ancora, sono artisti della seconda metà del XX secolo e dell’inizio del XXI secolo, questi spesso under 30. «Il biennio pandemico si è chiuso lasciandoci in eredità un mercato dell’arte profondamente cambiato, caratterizzato da un maggior orientamento all’innovazione, alla collaborazione e alla sostenibilità – afferma Ernesto Lanzillo di Deloitte Private – Quello dell’arte è un mercato che, dopo un primo periodo di stasi, ha saputo reagire alla crisi, implementando nuove strategie ‘ibride’ per mantenere vive le relazioni con il proprio pubblico e cercare di crearne di nuove, nonché per intercettare una domanda anch’essa fortemente trasformata, sempre più dominata dal digitale e dalle giovani generazioni, che portano sul mercato nuove esigenze, nuove abitudini d’acquisto e rappresentano al contempo un nuovo potenziale target da fidelizzare».
Lanzillo spiega che «nuovi clienti e nuove generazioni, nuovi modelli di business digitali, nuovi metodi di pagamento, incrementano in modo sensibile la necessità di interazione tra mondi distinti dei collezionisti esperti, degli accumulatori di arte, degli operatori e dei consulenti dei nuovi buyer che ne amministrano la ricchezza».