
Dallo scorso 16 dicembre le azioni hanno registrato un rialzo quasi continuo, tanto da vantare un guadagno complessivo del 19,5%
Telecom Italia in evidenza a Piazza Affari, con il mercato che si interroga sulle decisioni che saranno adottate per portare NetCo, la società che controlla la rete e Sparkle, sotto il cappello statale. I titoli della compagnia di tlc salgono del 3,1%, attestandosi a 0,2429 euro. Dallo scorso 16 dicembre le azioni hanno registrato un rialzo quasi continuo, tanto da vantare un guadagno complessivo del 19,5%.
Nel fine settimana è emerso che il fondo infrastrutturale Macquarie, socio di Cdp in Open Fiber, è favorevole al piano del governo per la creazione di una rete tlc nazionale e sta lavorando al progetto con le parti interessate.
Secondo indiscrezioni di stampa, riferite da Radiocor, Macquarie, finora non coinvolta nei tavoli tecnici sulla rete, potrebbe partecipare ai prossimi meeting in calendario già questa settimana (12-13 gennaio) e ai quali è già prevista la presenza anche del ceo, Pietro Labriola.
Per gli analisti di Intermonte la possibilità per Macquarie di compartecipare insieme a Cdp e forse a Kkr nella newco per rilevare Netco è un’indicazione positiva, perché dovrebbe prospettare un minor impegno finanziario per la stessa Cdp e tradursi auspicabilmente in una maggiore valutazione per NetCo.
Più in generale, sempre per Intermonte, la ripresa delle trattative per una soluzione sulla falsariga di quella prospettata nell’Memorandum of Understanding naufragato nei mesi scorsi e che prevedeva l’acquisto di NetCo da parte di Cdp e Macquarie, «sembra di buon auspicio, considerando le maggiori criticità legate allo scenario alternativo della scissione proporzionale», con il rischio di una successiva ricapitalizzazione, ma anche il nodo delle azioni di risparmio da convertire.
D’altro canto, il gap valutativo tra le attese di Vivendi (che per indiscrezioni vanno da 31 miliardi a un minimo di 24 miliardi) e quelle di Cdp (circa 15-20 miliardi) resta ancora piuttosto ampio.
Per Intermonte, però, potrebbe essere «colmabile con l’inclusione di ulteriori earnout su sinergie e upside regolatori, oltre che con un incremento delle tariffe wholesale».
Gli esperti, dunque, confermano il “Buy” sulle Tim, con l’indicazione di un target di prezzo a 0,43 euro. Ribadiscono invece il giudizio di “Hold” gli esperti di Equita, pur ritenendo che le azioni dovrebbero valere molto di più dei corsi di Borsa, ossia 0,39