
Il Tribunale ha stabilito che la metodologia per stabilire eventuali perdite subite dagli utenti di Facebook necessita di una “rivalutazione radicale”
Facebook ha evitato (temporaneamente) una class action valutata fino a 3 miliardi di sterline (3,7 miliardi di dollari). L’accusa sotiene che il gigante dei social media avrebbe abusato della sua posizione dominante per monetizzare i dati personali degli utenti. Lo riferisce la Reuters.
Il tribunale di Londra ha comunque concesso agli avvocati dei ricorrenti fino a sei mesi per “fare un altro tentativo” per stabilire eventuali presunte perdite da parte degli utenti.
L’accademica legale Liza Lovdahl Gormsen, che sta conducendo il caso, afferma che gli utenti di Facebook non sono stati adeguatamente ricompensati per il valore dei dati personali che hanno dovuto fornire per utilizzare la piattaforma.
Il mese scorso gli avvocati della sua squadra hanno chiesto al Tribunale d’appello della concorrenza di giudicare il caso in base al regime delle class action del Regno Unito, simile a quello degli Usa.
Ma oggi il Tribunale ha stabilito che la metodologia di Lovdahl Gormsen per stabilire eventuali perdite subite dagli utenti di Facebook necessitava di una “rivalutazione radicale”, affinché il caso potesse continuare.
Un portavoce di Meta ha affermato che la società ha accolto con favore la decisione e ha fatto riferimento alla sua precedente dichiarazione secondo cui la causa è “del tutto priva di merito”.
Gli avvocati che rappresentano Lovdahl Gormsen non hanno risposto al momento a una richiesta di commento.