
Il divieto di usare TikTok in Nuova Zelanda riguarderà tutti i dispositivi con accesso alla rete parlamentare dal 31 marzo
TikTok è bandita anche dalla Nuova Zelanda. Il Paese ha deciso di vietare il social network cinese sui dispositivi dei membri del Parlamento, allineandosi ad altri paesi occidentali che hanno adottato misure simili. Lo hanno reso noto oggi funzionari neozelandesi. E questo accade solo un giorno dopo l’aut aut di Biden che ha chiesto la separazione dalla casa madre cinese, altrimenti l’applicazione non sarà più disponibile neanche negli Usa.
Il divieto entrerà in vigore il 31 marzo. Secondo il funzionario parlamentare Gonzalez-Montero, i rischi sono “inaccettabili nell’attuale ambiente parlamentare neozelandese. La decisione è stata presa sulla base delle analisi dei nostri stessi esperti, dopo una discussione con i nostri colleghi di governo e internazionali“.
L’azione globale contro TikTok è iniziata in India nel 2020. Il social network era in una lista di app vietate dopo scontri mortali al confine con la Cina, con New Delhi che affermava di difendere la propria sovranità. Nello stesso anno l’ex presidente Donald Trump ha accusato l’app di essere uno strumento di spionaggio per Pechino. TikTok ha ammesso che i dipendenti della sua società madre ByteDance in Cina hanno avuto accesso alle informazioni sugli account degli americani, ma ha sempre negato di trasmettere questi dati alle autorità. Ora Biden ha minacciato di bandire completamente l’applicazione dal territorio Usa, se non si separerà da ByteDance, e se questo dovesse accadere il social dovrà rinunciare a ben 100 milioni di utenti.
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