
I nuovi uffici di Confindustria a Washington avranno l’obiettivo di imprimere ulteriore impulso alle relazioni transatlantiche e fare da ponte tra le imprese italiane e il mercato americano
Confindustria inaugura la sua nuova sede a Washington con una mostra su Leonardo Da Vinci. E’ la prima nella capitale statunitense. I nuovi uffici avranno l’obiettivo di imprimere ulteriore impulso alle relazioni transatlantiche e fare da ponte tra le imprese italiane e il mercato americano. «Apriamo una sede a Washington Dc perché Confindustria è tornata a essere attore nelle aree geografiche e geostrategiche per la nostra industria. Abbiamo aperto a Kiev, a Singapore e il 21 giugno apriamo a Washington Dc, si tratta di tre aree geografiche diverse ma tutte strategiche per il nostro Paese», ha detto il presidente Carlo Bonomi.
Una mostra monografica, dal titolo Imagining The Future. Leonardo da Vinci: In The Mind Of An Italian Genius, aprirà le porte al pubblico il 20 giugno alla Martin Luther King JR Memorial Library di Washington, simbolo di aggregazione sociale che, con la sua vocazione pubblica, è diventato il centro nevralgico delle istituzioni statunitensi. Saranno esposti fino al 20 agosto 12 disegni autografi, selezionati tra i 1119 fogli che compongono il Codice Atlantico. Le opere, custodite in Italia presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, testimoniano la vita intellettuale di Leonardo per oltre quarant’anni, dal 1478 al 1519. Le 12 tavole originali saranno per la prima volta accessibili al pubblico negli Stati Uniti per raccontare l’impresa italiana attraverso una raccolta di progetti avveniristici in cui ricorrono temi che vanno dalla ricerca al volo. «Abbiamo scelto Leonardo perché rappresenta l’ingegno italiano. Abbiamo scelto di rappresentare l’industria italiana attraverso una persona conosciuta nel mondo che ha iniziato a saper fare, saper fare bello, come facciamo noi imprenditori», ha continuato Bonomi.
E sul Pnrr ha aggiunto: «bisogna concentrarsi sui progetti che portano crescita potenziale del Pil del paese. Non ci dobbiamo dimenticare che stiamo indebitando il paese e i giovani, come si fa nelle imprese ci si indebitano per crescere. Modificare il Pnrr non è un problema solo italiano, cinque stati lo hanno già fatto, perché sono cambiate alcune condizioni e le esigenze. Non vorrei che si scadesse nella polemica politica e vorrei si guardasse l’interesse del paese».
FOTO: IMAGOECONOMICA