
In 5 anni l’aumento delle licenze è stato di 30 unità
In vista di lunedì prossimo quando arriverà alla Camera la bozza del dl Omnibus il testo dell’articolo 3 prevede la possibilità per i comuni di incrementare la presenza di taxi e relative licenze in vari modi. Tra questi misure temporanee da calibrare in base ai flussi turistici oppure un possibile intervento strutturale per l’immissione sul mercato di nuove licenze.
Questo perchè a quanto pare i taxi sono in via d’estinzione. Almeno a giudicare dai numeri Istat che parlano di un aumento di sole 30 licenze in 5 anni. Secondo i dati Istat nel 2021 erano in circolazione 22.723 taxi nei comuni capoluogo di provincia, nel 2016 l’aumento è stato di non più di 30 unità. Fermo sembra anche il rinnovo del parco auto che, sebbene abbia registrato l’entrata dei veicoli ibridi non denota grandi implementazioni.
Guardando i numeri dati dell’Autorità di Regolamentazione dei trasporti a Roma ci sono 7.700 licenze attive e 4.800 a Milano. Se però ci si confronta con le altre grandi capitali europee si scopre che Londra ne ha 14.600 (oltre 80mila guidatori di noleggio privato) e Parigi secondo quanto reso noto dal ministero della Transizione Ecologica francese nel 2018 riporta 17.500 licenze attive.
Una carenza che, in Italia, risulta ancora più evidente durante il periodo estivo dove il turismo porta ad un costante aumento di presenza soprattutto nelle grandi città d’arte.
C’è poi la questione riguardante i servizi di noleggio con conducente o di quelli offerti dalle piattaforme digitali e per le quali la categoria tassisti ha sempre chiesto regolamentazioni più stringenti.
FOTO: ANSA/PAOLO SALMOIRAGO