
L’importo è superiore a quello nei bilanci del 2021 (10,61 miliardi) e del 2020 (10,71 miliardi). Ed è sottostimato
Alla fine del 2022 le 86 Fondazioni bancarie italiane avevano in portafoglio partecipazioni nelle conferitarie (cioè le banche di riferimento) per 10,92 miliardi. L’importo è superiore a quello nei bilanci del 2021 (10,61 miliardi) e del 2020 (10,71 miliardi). La fotografia, riportata da Radiocor, è in un’elaborazione dei bilanci delle Fondazioni fatta da Mondoistitutional.
L’incremento, dovuto al recupero dei valori delle partecipate e non ad “arrotondamenti” delle partecipazioni, non rappresenta, tuttavia, l’universo delle partecipazioni nelle banche da parte delle Fondazioni.
La classifica, ad esempio, nel caso del Monte dei Paschi considera solo la quota di 10 milioni della Fondazione Mps, di cui la banca è appunto la conferitaria, e non le partecipazioni acquisite da altre Fondazioni (come Cariplo e Compagnia di San Paolo) nella ricapitalizzazione Mps del 2022.
Fondazione Mps, utile oltre i 9 milioni. Proventi a 11 mln
Gran parte di questi 10,92 miliardi sono immobilizzati in Intesa Sanpaolo che, a seguito della sua crescita per aggregazioni successive, ha inglobato molte Casse di risparmio spa in precedenza controllate da una Fondazione. La pletora di Fondazioni azioniste della banca guidata da Carlo Messina ha dunque azioni della banca in portafoglio per un controvalore di 7,34 miliardi (valori di bilancio 2022 dei vari enti bancari) che rappresenta, appunto, il 67,2% del totale delle partecipazioni nelle conferitaria.
Le Fondazioni azioniste di UniCredit detengono partecipazioni nella banca di piazza Gae Aulenti per 1,16 miliardi (10,l7% del totale partecipazioni) e gli enti bancari che si ritrovano azionisti di Credit Agricole Italia (ex Cariparma) hanno partecipazioni per 808,5 milioni (7,4%). Partecipazioni inferiori sono quelle in Bper (392 milioni), Cassa di Bolzano (364,1 milioni) e Cassa di Asti (312,2 milioni).
La legge Ciampi del 1998 obbligò le Fondazioni ha cedere il controllo delle banche conferitarie entro il dicembre 2005. Il processo è andato avanti per anni e anche il Protocollo Acri-Mef del 2015 lo disciplina indicando un tetto (33% dell’attivo di bilancio) per la quota investita nella conferitaria.
Dal rapporto annuale Acri 2022 emerge che 42 Fondazioni su 86 detengono una quota di minoranza nella conferitaria (per 33 di loro è inferiore al 5%), altre 38 hanno venduto tutta la loro partecipazione e solo sei piccole (o residenti in regioni a statuto speciale) detengono ancora la quota di controllo, come nel caso della Fondazione di Fossano.
(foto IMAGOECONOMICA)