«Se le cose continuano a muoversi nella stessa direzione delle ultime settimane, la Bce allenterà la posizione di politica monetaria restrittiva a giugno». Anche Luis de Guindos, vicepresidente dell’istituto di Francoforte, conferma quanto detto finora dalla Lagarde e da altri suoi colleghi banchieri. Ovviamente tutto dipenderà dai dati in arrivo e se non ci saranno altri shock.
Quel che accadrà dopo giugno è più controverso. Il vicepresidente cita l’inflazione dei servizi, le maggiori pressioni sui prezzi negli Stati Uniti, la situazione geopolitica e il suo potenziale impatto sul petrolio come rischi. «Il livello di incertezza rende molto difficile pronunciarsi. Ho già menzionato giugno. Per quanto riguarda ciò che accadrà dopo, sono incline ad essere molto cauto», ha riferito.
E secondo lui ciò che decide la Fed è cruciale non solo per gli Stati Uniti, “ma anche per l’economia globale, che influisce anche sull’area euro“.
Gli investitori attualmente prevedono fra tre e quattro tagli da parte della BCE quest’anno. Le sue parole arrivano dopo che nell’ultima riunione della banca centrale europea sono stati confermati i tassi al 4,50% per la quinta volta consecutiva.