Giù le banche ed i petroliferi
Piazza Affari viaggia in rosso con il Ftse Mib, appesantito dai futures su Wall Street allineati in calo (S&P 500 -0,4%, Dow -0,6%, Nasdaq -0,14%) a causa dell’aumento incessante dei contagi negli Stati Uniti. A incrinare ulteriormente il sentiment, alcuni dati macro in Asia e in Europa nonostante il buon tono dei listini cinesi. La spesa delle famiglie giapponesi, infatti, è scesa al ritmo più rapido mai registrato a maggio: è crollata del 16,2% rispetto a un anno prima, dopo una caduta dell’11,1% nel mese precedente e rispetto alle aspettative di un calo del 12,2%.
A Milano va male tutto il settore bancario: il Creval cede l’1,38%, Ubi l’1,28%, Intesa Sanpaolo lo 0,7%, Mediobanca l’1,13%, Unicredit lo 0,7%, Banco Bpm l’1%. Sotto pressione anche l’oil con Saipem che perde l’1,3%, Eni lo 0,9%, mentre tra le utilities Enel cede lo 0,5%, nel tech Tim è in rosso per l’1,16%. Campari perde a sua volta lo 0,77% mentre per contro Diasorin sale dell’1,03%.
A Piazza Affari, occhi puntati su Eni. Il colosso petrolifero ha rivisto lo scenario dei prezzi del greggio alla luce della crisi legata alla pandemia che prevede, tra l’altro, un prezzo del Brent di 60 euro in termini reali al 2023. A oggi, sulla base delle informazioni disponibili e dello stato corrente dei processi valutativi, nel secondo trimestre il management stima di rettificare i valori d’iscrizione delle attività non correnti, comprese imposte differite attive, per un valore post tasse di circa 3,5 miliardi di euro, a cui è applicabile un range di approssimazione di +/- 20%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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